L'Euro e' reversibile. Draghi ammette che si puo' uscire dall'eurozona, ma bisogna pagare il conto
«Se un paese dovesse lasciare l’Eurosistema, i crediti o le passività della sua banca centrale nazionale verso la BCE dovrebbero essere risolti in toto», ha spiegato Draghi in una lettera
Perde ulteriore credibilità la fallace narrazione che vuole l’Euro irreversibile. In un articolo scritto da Tyler Durden per ‘Zero Hedge’ (tradotto da Voci dall'estero) viene evidenziato come Mario Draghi, presidente della Banca Centrale Europea, dopo aver rivelato poco meno di 4 anni fa che «non esiste un piano B» per quel che riguarda i piani di emergenza nel caso una nazione decidesse di uscire dalla zona euro, abbia per la prima volta ammesso che un paese può uscire dalla zona euro. A patto però che saldi i propri debiti con il sistema di pagamenti Target2 dell’eurozona.
«Se un paese dovesse lasciare l’Eurosistema, i crediti o le passività della sua banca centrale nazionale verso la BCE dovrebbero essere risolti in toto», ha spiegato Draghi in una lettera - riportata da Reuters - indirizzata a due Europarlamentari italiani, dove però non viene chiarito in quale valuta dovrebbe avvenire questa ‘liquidazione’. Non è chiaro nemmeno quale sarebbe la reazione della BCE se un paese non «regolasse integralmente i suoi conti»: in definitiva, la BCE non dispone di un esercito che garantisca il rispetto delle sue politiche, spiega Durden.
Il commento di Draghi, spiega Reuters, rappresenta più di un’ammissione che un’uscita dell’Italia rappresenta una possibilità molto concreta, ma che la BCE permetterebbe l’abbandono della moneta unica solo dietro pagamento del suo conto Target2 che ammonta a 357 miliardi di Euro.
Nel sistema Terget2 vi sono grossi squilibri, come spiegato da Draghi, dovuti al programma d’acquisto titoli della BCE, nel quale molti dei venditori sono investitori stranieri con conti in Germania.