Le spinte per la guerra globale dagli Stati Uniti e la miccia Moskva

Le spinte per la guerra globale dagli Stati Uniti e la miccia Moskva

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“Mentre la guerra in Ucraina si avvicina alla sua decima settimana, il flusso costante di titoli minacciosi è aumentato fino a diventare un diluvio. Gli osservatori dissenzienti sono costretti a guardare, apparentemente impotenti, mentre la sanità mentale rischia di andare perduta, scatenando un torrente di morte e distruzione in tutta l’Europa orientale e, probabilmente, nel mondo”.

“In testa al profluvio delle cattive notizie, domenica 1 maggio, l’esponente del Congresso Adam Kinzinger ha proposto una nuova autorizzazione all’uso della forza militare (AUMF – Authorization for Use of Military Force) alla Camera degli Stati Uniti. La legge, se approvata, consentirebbe al presidente Joe Biden di schierare forze americane per ripristinare ‘l’integrità territoriale dell’Ucraina’ nel caso in cui la Russia utilizzi armi chimiche, biologiche o nucleari”.

“Quando Kinzinger ha annunciato la norma su Meet the Press, ha dichiarato che ‘in questo momento non credo che dobbiamo usare la forza in Ucraina’. Tuttavia, come ha annotato allarmato Kyle Anzalone, opinionista di Antiwar.com, nel 2002, l’allora senatore Joe Biden minimizzò in modo analogo il pericolo di una guerra prima di votare per l’AUMF varata nel 2002, in base alla quale il presidente George W. Bush ha successivamente deciso l’invasione dell’Iraq”.

“Se la cattiva politica riguardo l’Ucraina è un acquazzone, il deputato Adam Kinzinger si esibisce ormai da anni in una danza della pioggia”. Così il Libertarian Institute, in una nota che prosegue dispiegando nel dettaglio le follie belliciste del deputato.

Adam Kizinger, uomo di punta del neoconservatori al Congresso, è solo uno dei tanti politici e opinionisti che sta spingendo per un confronto alzo zero contro la Russia. Una spinta che nel nostro Paese è indiscussa e indiscutibile, con conseguente emarginazione e criminalizzazione delle tesi divergenti.

Anche solo parlare della necessità di un negoziato, unico modo per chiudere la guerra evitando ulteriori sofferenze agli ucraini (che si dice di voler salvare…) e i pericoli di una guerra mondiale, viene classificato come pericoloso filo-putinismo, con lo stesso disprezzo, la stessa stolidità e la stessa metodologia che ha informato le narrazioni che hanno accompagnato le guerre infinite.

Ma, appunto Kinzinger è solo uno dei tanti burattini di cui i sacerdoti neocon tirano le fila. Sul punto è istruttivo il recente viaggio della delegazione del partito democratico in Ucraina e Polonia, della quale si è fatta capofila la speaker della Camera Nancy Pelosi, alter ego di Hillary Clinton.

Della delegazione faceva parte un altro Adam, Adam Shiff, esponente democratico del Congresso, anch’egli ovviamente di fede neocon (movimento trasversale), e altri membri del partito democratico del Congresso, tra cui Jason Crow, che fa parte, tra l’altro, del Comitato dei servizi per l’esercito e della Commissione permanente per l’intelligence della Camera.

In una conferenza stampa tenutasi in Polonia, al cospetto dei suoi omologhi e sotto lo sguardo compiaciuto della Pelosi, dopo aver riaffermato il sostegno Usa a Kiev, Crow ha concluso spiegando che la visita, e il recente invio di aiuti da parte di Biden, vuole inviare “un messaggio molto semplice. Non ci interessano gli stalli, non ci interessa tornare allo status quo. Gli Stati Uniti d’America sono in questo per vincere. E staremo con l’Ucraina fino alla vittoria” (Nancy Pelosi, official website).

A quanti non fosse ancora chiaro, queste parole dovrebbero chiarire cosa c’è in ballo: non si tratta di salvare il popolo ucraino, del quale è evidente che non sono interessati (li stanno facendo ammazzare per i loro sogni di gloria), né difendere l’integrità territoriale dell’Ucraina, ma di sconfiggere, finalmente, il nemico geopolitico globale.

Anche se non lo si dice così apertamente come lo ha detto Crow, l’establishment americano ha usato dell’invasione russa dell’Ucraina per dare inizio a una guerra contro Mosca. Un’enormità che si riteneva impensabile solo tre mesi fa, dato l’arsenale atomico del nemico, è diventato non solo pensabile, ma anche agibile, con tutti i rischi del caso.

E con i media mainstream che dipendono in maniera quasi totale da tale establishment – da quelli americani (un po’ meno) a quelli europei – , con un’informazione che fa della disinformazione un’arma, come annunciato trionfalmente prima dal New York Times e successivamente da fonti dell’intelligence Usa e, in più, con una classe politica occidentale del tutto inadeguata, i rischi che sta correndo l’umanità più grandi di quelli connessi alla crisi cubana.

A questo proposito, ieri abbiamo accennato alla gravità della provocazione insita nell’asserita rivelazione del New York Times, che spiegava come gli omicidi mirati degli alti ufficiali russi in ucraina abbiano goduto dell’assistenza dell’intelligence Usa. Sui rischi di tale provocazione incendiaria rimandiamo a un articolo di Responsibile Statecraft.

Una provocazione che per fortuna il Pentagono ha eliminato subito dal tavolo, smentendo con prontezza il giornale della Grande Mela. Una smentita che, peraltro, conferma la dialettica segreta tra Pentagono e guerrafondai, alla quale avevamo dedicato una nota pregressa.

E, però, incurante della smentita dell’esercito degli Stati Uniti, il partito della guerra oggi rinnova e rilancia le provocazioni contro Mosca, con un’altra rivelazione bomba: secondo un’asserita fonte del Pentagono, gli Usa avrebbero fornito all’Ucraina l’intelligence necessaria per affondare la Moskva.

Anche se fosse vero, com’è vero, l’intervento Nato in quell’incidente non deve essere rivendicato né ufficialmente né ufficiosamente (per fortuna è arrivata, anche in questo caso, la smentita ufficiale del Pentagono).

Rivendicare l’affondamento dell’ammiraglia della flotta russa ha uno scopo precipuo: spingere Mosca a reagire o, in subordine, a costruire una false flag (attacco chimico o altro) da attribuire a Mosca come reazione, così da rendere aperta la Terza guerra mondiale non dichiarata iniziata in Ucraina.

Urge che i non allineati a tale pazzia che hanno qualche potere, tanti e nascosti per timore di ritorsioni, battano un colpo (e qualche miracolo).

 

Ps. Charles Kupchan, già consigliere di Barack Obama, sul Corriere della Sera, spiega cose analoghe, ribadendo che Biden sta tenendo a freno l’escalation.

PP.ss. finito di scrivere l’articolo abbiamo appreso che sarebbe stata colpita la fregata Admiral Makarov, la nave da guerra russa più importante dopo la Moskva. Se vero si vuole la terza guerra mondiale.

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