L'attentato al giornalista russo Solovjov e la solita figuraccia della stampa italiana
In Italia non è stato dato degno risalto all’attentato al famoso giornalista Vladimir Solovjov.
Fosse successo al cosiddetto “oppositore” Navalnij, a quest’ora saremmo inondati notte e giorno da giornaliere notizie in prima pagina, dettagliate e ripetute fino alla nausea, com’è accaduto col suo falso avvelenamento.
Purtroppo si tratta di Solovjov, definito dalla propaganda angloamericana “oligarca e propagandista amico intimo di Putin” – la parola oligarca deve fare per forza il paio con Putin, per continuare ad alimentare la narrazione imposta.
Solovjov non è un oligarca, ma il giornalista più noto in Russia, che col suo lavoro si è guadagnato i mezzi con cui ha acquistato una villa in Italia. L’immobile gli è stato recentemente confiscato dallo Stato italiano semplicemente in base alle illegali sanzioni imposte dall’Ue e Stati Uniti ai cittadini russi. L’incendio appiccato alla villa fu ad opera di ucraini, a detta del professionista.
Ora è giunta notizia di un altro attentato, ma in Russia, ben più grave perché mirava all’eliminazione fisica del giornalista, troppo scomodo perché alla tv russa da 8 anni giornalmente illustra gli avvenimenti in Ucraina.
Il 25 aprile a Mosca i Servizi Segreti russi (FSB) hanno arrestato 6 neonazisti russi, con prove incontrovertibili. La dichiarazione venne fatta dal presidente russo Putin: “Questa mattina gli organi dell’FSB hanno posto fine all’attività di un gruppo terroristico che pianificava l’assalto e l’uccisione di uno dei più noti telegiornalisti russi”. Dopo pochi minuti l’FSB rivelò che si trattava di Vladimir Solovjov che l'omicidio era stato ordinato dal Servizio di Sicurezza dell'Ucraina (SBU) e dal presidente ucraino Zelenskij, ai 6 neonazisti russi che stavano per eseguirlo, Solovjov doveva esplodere nella sua auto. Ma oltre a Solovjov, nella lista dei personaggi da eliminare c’erano anche altri giornalisti russi di grido, come Skabeeva, Popov, il direttore di RT Simonjan e il direttore generale di “Rossja Segodnja”, Kiseljov.
Il presidente ucraino Zelenskij – come ha detto Solovjov più volte, aveva pubblicamente così minacciato: “la vostra fine sarà - nel migliore dei casi - la prigione!”
In Russia è stato pubblicato il video dell’arresto e mostrato vari materiali che erano in mano ai neonazisti, compreso armi, simboli nazisti, sostanze stupefacenti.
Un noto giornale italiano invece di riportare fedelmente i fatti, ha capovolto la notizia, facendola passare come un’operazione della propaganda russa “che ha raggiunto il suo apice per incolpare i servizi segreti ucraini” (!!) Basandosi sul menzognero Bellingcat che cita 3 Sim card, il giornale ha la pretesa di smontare la notizia “falsa” dell’attentato a Solovjov! E come ciliegina sulla torta aggiunge che Solovjov pensa che “Zelenskij lo voleva uccidere perché voleva lavorare per la TV russa ma non aveva abbastanza talento”, cioè il giornale si attacca a una pura battuta di Solovjov per discreditarlo! Nascondendo in tal modo il motivo vero: far fuori i giornalisti che non si allineano al potere, le voci della verità, abbiamo una fila enorme di esempi in Ucraina. Lo scopo è anche nascondere la vera tragedia dell’Ucraina, l’esser stata avvelenata dallo strisciante nazismo su cui l’Occidente ha sempre taciuto, sostenendolo. E ora nulla cambia.
P.s. chiaramente nessun giornale italiano ne ha parlato ma gli arrestati hanno confessato in un video l’ordine di uccidere Solovjov