La propaganda nazista e la legge ucraina: su un surreale "articolo" di Open

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La propaganda nazista e la legge ucraina: su un surreale "articolo" di Open

 

Open, nella sua indefessa operazione di revisionismo storico, questa volta supera ogni limite concesso dalla decenza. E addirittura si spinge ad attaccare, in unica soluzione, The Guardian, Peacelink e Amnesty International, per aver riportato e criticato la messa al bando nel 2015 dei partiti comunisti in Ucraina, senza però evidenziare che trattavasi di proibizione anche della propaganda del nazionalismo (parentesi nazismo) e dei suoi simboli, ex aequo.
 
Non sfugge all'analisi attenta dei facta cheching anche il Sole24Ore, reo di aver riportato in primo piano solo la notizia della "decomunistizzazione" dell'Ucraina nel 2015, relegando solo al terzo paragrafo l'annuncio relativo al divieto di espressione esteso anche ai partiti nazionalisti.
 
Ma, ahimè, il giornale di Confindustria scrisse soltanto: «Sulla condanna dei regimi totalitari comunista e nazionalsocialista in Ucraina e il divieto di propaganda dei loro simboli». 
 
Nazionalsocialismo non è sinonimo di nazismo? Per Open no.
 
À la recherche della parentesi perduta, Open la va a scovare sul sito della Rada Ucraina "Manca una parentesi, -sottolinea il giornale di Mentana nella sua eroica battaglia persino al Sole24Ore- presente nel sito della Rada ucraina nella sezione dedicata alla legge del 2015: «Sulla condanna dei regimi totalitari comunisti e nazionalsocialisti (nazisti) in Ucraina e sul divieto di propaganda dei loro simboli». 
 
Ecco, basta una parentesi per cambiare la storia. Una parentesi cancella le svastiche tatuate sui corpi dei militari ucraini, le foto di Hitler e di Bandera nei loro rifugi, il braccio destro alzato, i monumenti a Bandera eroe nazionale, il Mein Kampf al posto della Critica della Ragione Pura....
 
Eppure, prima che lo cancellino pure da lì, bastava al solerte Puente informarsi sul battaglione AZOV, ad esempio, che non è una formazione illegale e perseguitata, ma a tutti gli effetti è stata inglobata, in barba alla "legge della parentesi", nell'esercito regolare ucraino.
 
Il Battaglione "Azov" è un'unità militare ucraina con compiti militari e di polizia, costituitosi come gruppo paramilitare nazionalista di estrema destra a febbraio 2014, nelle prime fasi della guerra del Donbass, fu inquadrato nella Guardia nazionale dell'Ucraina l'11 novembre del 2014. Dal gennaio 2015 è stato ufficialmente denominato Distaccamento autonomo operazioni speciali "Azov".
 
L'unità miliare, che ha arruolato anche mercenari stranieri, è ritenuta di orientamento neonazista fa aperto uso della simbologia della Germania nazista, come il Wolfsangel.
 
È accusata di crimini di guerra e tortura anche dall'Alto Commissariato ONU per i Diritti Umani nonché da Human Rights Watch.
 
Il "guardiano delle fack news" ci tiene a precisare che la legge, pur controversa, fu dichiarata costituzionale dalla Corte Ucraina.
 
Quindi Open ci sta dicendo che l'Ucraina di Poroshenko prima e di Zelensky poi sta violando la sua normativa: eh si perché se da un lato per quel che riguarda il comunismo ha chiuso partiti, arrestato e torturato attivisti politici o intellettuali vicini; per quel che riguarda il nazismo, non solo non l'ha fatto ma ha inglobato suoi adepti dichiarati nei gangli più importanti degli apparati di difesa.
 
P.s. Una piccola nota a parte meritano i commenti sotto il post dell'autore che riporta su facebook l'articolo e che dimostrano come gli italiani siano meno manipolabili di quanto i media guerrafondai e la politica draghista possano sperare. Se ne stanno rendendo conto i vari Conte e persino i Letta che hanno votato a favore dell'invio di armi all'Ucraina per armare e finanziare i nazisti. Hanno letto i sondaggi e cercano maldestramente di riposizionarsi, smentiti dalle ultime parole di Draghi di ritorno da Washington, dove ha penosamente dimostrato una volta di più che l'Italia è una colonia. Parole, proclami finto pacifisti, chiacchere elettoralistiche alla ricerca di consenso. Quello che conta davvero è solo il voto, che abbiamo documentato qui: "Armi all'Ucraina. La lista di tutti i parlamentari (Camera e Senato) che hanno detto NO 
Il  Movimento 5 stelle non solo ha votato per l'invio di armi all'Ucraina, ma ha pure partecipato attivamente all'azzeramento della Commissione permanente esteri del Senato, perché il suo presidente ha votato contro l'invio di armi.
Tutto il resto è fuffa, con o senza parentesi.

P.s.2 Chissà se ora i fact checker di Open segnaleranno a Facebook The Guardian, il Sole 24 ore, Amnesty International per una bella censura....
 
 
 

Agata Iacono

Agata Iacono

Sociologa e antropologa

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