LA MALEDIZIONE DEL CIELO: IL CIELO DI GAZA
di Pasquale Liguori
Sono nauseanti le puttanate che scorrono in questi giorni: distinguo semantici, raccolte di firme, appelli rituali, dispute salottiere. Un pulviscolo di parole inutili, molecole autoassolutorie che galleggiano nell’aria del natale consumista.
In tutto ciò, a Gaza piove morte anche quando piove acqua.
Ieri ho ricevuto questo testo da Wasim Said, autore di "L'INFERNO DEL GENOCIDIO A GAZA" (libro che ho curato per LAD Edizioni, acquistabile qui: https://www.ladedizioni.it/prodotto/linferno-del-genocidio-a-gaza/).

LA MALEDIZIONE DEL CIELO: IL CIELO DI GAZA
Wasim Said
Le due dopo mezzanotte. Siedo nella mia tenda; un colpo di tosse aspro, lontano, riecheggia nel buio. Sento lo stomaco lacerato dal dolore, la nausea che mi monta dentro. Il mio fratellino nasconde la testa sotto il cuscino, le mani premute sul cuore, le ginocchia strette al petto. Tremo - per il freddo, per una rabbia impotente - dopo essermi svegliato sotto la pioggia. Non per il suo rumore... ma perché mi ha annegato, e mi sta ancora annegando.
Quanto sono strano!
Perché scrivo? Scrivo perché questo momento non venga dimenticato. Scrivo perché ciò che sta accadendo sia custodito. Scrivo perché il mio cuore non esploda: non c'è più spazio, in esso, per altra angoscia.
Ah... la nostra tragedia...
A Gaza, tutto ciò che cade dal cielo ci tormenta. Piango su me stesso. Le gocce di pioggia cadono sulla mia testa, e le mie lacrime cadono sulla carta. Sono congelato - Congelato dal freddo, dall'impotenza.
Mi chiedo: Il nostro cielo piange per noi? Piange forse per il fallimento nel proteggere la sua stessa terra? Ma… Ma questo cielo è traditore. È quello che ci fa piovere addosso missili. Quello che permette il nostro massacro. Eppure, forse queste sono le sue lacrime di pentimento... Ma deve proprio annegarci dentro? Torturarci con esse?
Un fuoco mi brucia nel petto - il fuoco della mia rabbia e della mia impotenza.
Il vento scuote la mia tenda, e i ricordi scuotono me, scagliandomi nel tepore del passato: Seduto sul divano, a guardare la pioggia dalla finestra della mia camera mentre lavava i nostri alberi, sorseggiando sahlab caldo... Mio nonno accanto a me, la stufa accesa, mentre mangiavamo castagne arrosto. Lui diceva: "Lascia che la pioggia disseti noi e i nostri ulivi". Sentivo i miei alberi gioire, e lui continuava a raccontare storie della sua infanzia...
Ora... Ora cosa? Piango su me stesso. Ho perso tutto. L'inverno non è nemmeno iniziato, ed ecco già il mio stato. Il latrato di un cane squarcia l'aria; anche lui piange per il freddo. Io urlo attraverso le mie parole e lui urla attraverso il suo abbaiare.
Tutto ciò che spero per i giorni a venire è una tenda che possa proteggermi, proteggermi anche solo dal bombardamento della pioggia.
Ma la mia casa... oso persino desiderarla? Sai, non ho più il coraggio di sognarla. Cerco di fare sogni realistici, sogni che potrebbero davvero avverarsi. E prego che il mio sogno realistico - una tenda che non si allaghi - venga esaudito, così da poter continuare a combattere i miei incubi, smarrito tra i volti di coloro che amo. È più facile del fuoco della mia rabbia e della mia impotenza...
Le sei del mattino. Sono uscito dalla mia tenda o, per essere più precisi, dalla mia delusione. Un arcobaleno ha piantato le sue braccia nella nostra terra, lottando per non svanire. Un braccio giace sulle rovine - ciò che resta delle nostre case - e l'altro trafigge le nostre tende, o quelle che a malapena sembrano tende. I suoi colori appaiono pallidi, e c'è una nuova tonalità lì - grigio, netto e potente. Non so se appartenga all'arcobaleno o se sono solo io, incapace ormai di vedere altro che cenere e tenebre.
I miei fratellini esultano di gioia alla vista, con gli occhi luccicanti. Sussurro a me stesso: E se potessero vederlo nei suoi colori vividi e audaci, spiegare le ali sulla nostra terra verde, sui nostri ulivi, sulle nostre case e strade? E la domanda rimane, quella a cui voglio disperatamente una risposta: È questo il nostro destino eterno? Vivremo mai - o rimarremo intrappolati in questo abisso infernale?

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