Gaza nella abisso, isolata dal mondo. Israele intensifica i raid aerei e le incursioni di terra

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Gaza nella abisso, isolata dal mondo.  Israele intensifica i raid aerei e le incursioni di terra

 

Ventunesimo giorno di guerra, terza settimana del conflitto tra Israele e Resistenza palestinese che diventa sempre più cruento.

Il bilancio delle vittime ha superato le 7000 persone a Gaza, 3000 sono i bambini uccisi dai raid israeliani, secondo il ministero della Sanità di dell’enclave. Dati messi in dubbio dal Presidente degli Stati Uniti d’America Joe Biden, perché ai palestinesi non deve essere riconosciuto niente, neanche la conta dei propri morti, devono essere spazzati via e basta. Ma le fonti sono attendibili hanno ribadito varie associazioni umanitarie. Il sangue resta, purtroppo.

Da ieri sera Israele ha attaccato la Striscia di Gaza da terra, cielo e mare. Un attacco mai visto che ha colpito le infrastrutture della comunicazione, i tunnel dove sarebbero nascosti i combattenti di Hamas, con il risultato che Gaza è ormai isolata dal mondo. Il carburante è ormai ridotto ai minimi. Israele, infatti, se ha concesso l’entrata nell’enclave di qualche convoglio umanitario, non permette l’entrata di carburante perché “andrebbe nelle mani di Hamas”. Intanto, gli ospedali che si alimentavano con i generatori elettrici hanno poco spazio di agibilità.

Gaza non ha più comunicazioni con il mondo esterno, le immagini dei reporter cominciano ad essere sempre più rare. Non ci deve essere traccia della pulizia etnica.

Anche le agenzie dell’ONU, l’Organizzazione mondiale della Sanità, Medici senza Frontiere lamentano il fatto che non possono contattare il loro personale nella Striscia

La tanto annunciata operazione di terra prende sempre più corpo, dopo le prime incursioni tentate nel corso della settimana appena trascorsa, sembrano oramai una realtà. Sul fronte diplomatico l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha approvato a stragrande maggioranza un progetto di risoluzione che chiede una “tregua umanitaria immediata, duratura e sostenibile” a Gaza. Paesi come gli Stati Uniti e l’Austria hanno votato contro, mentre Regno Unito, Italia e Germania, tra gli altri, si sono astenuti. Tra i paesi dell’Unione Europea, hanno votato a favore Francia e Spagna.

Anche al confine con il Libano, con Hezbollah si alza il livello dello scontro e, con la prevista invasione di terra o “nuova fase” come la definiscono a Tel Aviv, l’escalation con il gruppo combattente libanese sembra ormai inevitabile.

Questa mattina Il portavoce militare israeliano ha annunciato che le forze israeliane sono ancora presenti a Gaza e che la guerra continua, aggiungendo che finora non ci sono state vittime tra le proprie forze.

“Stiamo attraversando le fasi della guerra a Gaza”, ha detto Daniel Hagari, portavoce delle forze armate israeliane, IDF.

Hagari ha aggiunto che le forze armate sono entrate nelle aree del nord di Gaza e hanno ampliato la portata delle loro operazioni.

Ha detto che le forze congiunte hanno partecipato alle operazioni, e questo serve a tutti gli obiettivi della guerra.

Questa notte, i comandanti delle forze aeree e navali di Hamas sono stati eliminati in operazioni congiunte dell'esercito e dello Shin Bet, ha precisato Hagari.

In questo contesto, è cruciale anche la questione degli ostaggi in mano ad Hamas. Infatti, le famiglie degli ostaggi hanno espresso la loro preoccupazione per l'imminente offensiva che le forze armate del Paese ebraico intendono lanciare nell'enclave palestinese, hanno riferito sabato i media locali.

"Chiediamo che il gabinetto di guerra spieghi come l'operazione di terra non mette in pericolo le persone sequestrate", ha dichiarato Ronen Nautra, padre di uno dei prigionieri, assicurando che si sentono "totalmente incerti" sulla sorte dei loro cari, anch'essi possono essere sottoposto a "intensi bombardamenti".

Ha anche spiegato che hanno chiesto al primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, al ministro della Difesa Yoav Gallant e ai membri del gabinetto di guerra di incontrarli immediatamente. "Ogni minuto che passa sembra un'eternità", ha lamentato.

Le reazioni internazionali tra colloqui, denunce e appelli per evitare l’escalation

Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha invitato Israele a “uscire immediatamente dal suo stato di follia e a fermare i suoi attacchi” contro la Striscia di Gaza.

“I bombardamenti israeliani su Gaza, intensificati la scorsa notte, hanno nuovamente preso di mira donne, bambini e civili innocenti, aggravando la crisi umanitaria”, ha lamentato.

Intanto, Lo sceicco Mohammed bin Abdulrahman bin Jassim Al Thani, primo ministro e ministro degli Esteri del Qatar, ha tenuto una conversazione telefonica con il ministro degli Esteri britannico James Cleverly per discutere le ultime novità sulla guerra e i modi per ridurre l'escalation.

Durante la telefonata, lo sceicco Mohammed ha condannato gli attacchi contro i civili e ha ribadito che "la punizione collettiva è inaccettabile con qualsiasi pretesto".

Ha inoltre sottolineato la necessità di continuare a consentire l’ingresso di convogli di soccorso e aiuti umanitari a Gaza, nonché l’importanza di coordinare gli sforzi per allentare la situazione.

Mentre per il Ministro degli esteri russo, Sergey Lavrov, la distruzione della Striscia di Gaza e l'espulsione dei suoi residenti porteranno a una catastrofe che durerà "decenni, se non secoli", ha dichiarato poche ore fa.

"Se Gaza viene distrutta, se 2 milioni di residenti vengono espulsi da essa, [...] si creerà una catastrofe per molti, molti decenni, se non secoli", ha avvertito in un'intervista all'agenzia bielorussa BelTA.

Il capo della diplomazia russa ha affermato che nella zona del conflitto israelo-palestinese dovrebbero essere annunciati programmi di salvataggio umanitario. Allo stesso modo, ha riconosciuto che i negoziati diretti sulla soluzione dei due Stati sono ora difficili da realizzare.

Nel frattempo, la Russia mantiene pieni contatti con il Paese ebraico e manda segnali sulla necessità di cercare una soluzione pacifica, ha spiegato il diplomatico.

La Redazione de l'AntiDiplomatico

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