Chef Rubio a l'AD: "A che serve dire 'Palestina libera' se poi non si dice da chi è occupata"

Chef Rubio a l'AD: "A che serve dire 'Palestina libera' se poi non si dice da chi è occupata"

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di Agata Iacono


Chi è Chef Rubio? Impossibile riuscire a fare una sintesi: il pubblico italiano ricorda Gabriele Rubini (ex campione anche di Rugby) in TV, in tantissimi programmi di successo, dove si è sempre distinto per non essere asservito a ruoli imposti e cliché. Attivista dei diritti umani, ha lasciato il mondo televisivo, perché stanco di essere costantemente ripreso da Discovery a causa dei suoi contenuti pro Palestina e le sue posizioni antisioniste. "Tornerò in TV solo quando la Palestina sarà libera", ha dichiarato nel 2020 al Festival del Giornalismo Alimentare, intervistato dal direttore della manifestazione, Massimiliano Borgia. 

Viaggia, Rubio, porta in tutto il mondo la tradizione italiana, aiuta le popolazioni locali a rendersi autonome attraverso il cibo e la sua trasformazione, va a Gaza a cucinare per i detenuti e a costruire lo Skatepark con la Ong italiana ACS - Associazione Cooperazione e Solidarietà, in collaborazione con il Centro Italiano di Scambio Culturale Vittorio Arrigoni-VIK.

"Finalmente dentro! Da domani si trotta!" è il messaggio pubblicato su Facebook, non più disponibile, poiché ormai da 4 anni ha dovuto abbandonare facebook e Instagram a causa della censura. Sì, perché Rubio non le manda a dire, ha il suo stile non politicamente corretto e per questo la sua vicenda ha difficoltà anche ad essere raccontata anche dai canali di libera informazione in Italia. Non usa un linguaggio diplomatico e soft, la sua figura provoca fastidio, viene isolata, denigrata, cancellata. Da quando ha abbandonato la TV, ci fa sapere Gabriele Rubini, è continuamente perseguitato da denunce e querele tese a tacitarlo per la sua condanna del sionismo e il suo sostegno alla resistenza palestinese.

È quello è successo anche a Cordoba, in Argentina, dove Rubio è stato invitato dall'Istituto Italiano di Cultura. Nel 2021 aveva già rappresentato l'Italia, nell'ambito della celebrazione della VI Settimana della "Cucina Italiana nel Mondo", mettendosi a disposizione di cinque “comedores”, le mense popolari di quartiere della gente per la gente più povera. E anche quest'anno l'Istituto Italiano di Cultura lo ha invitato per far conoscere la lavorazione della famosa Porchetta di Ariccia.

Tutto bene? No.

Lo chef ha osato svolgere le sue lezioni indossando una maglietta con i colori della bandiera palestinese. Sono state girate 5 clip nel corso del lavoro e la prima è già stata cancellata da qualsiasi canale social e persino da YouTube. Pare che si siano mossi dal Ministero degli Esteri perché Rubio, con i colori  della bandiera palestinese, non potesse essere associato all'Italia, perché scomparisse qualsiasi riferimento anche retroattivo alla sua partecipazione ad eventi internazionali.

Abbiamo rivolto alcune domande a Chef Rubio.


Perché fa così paura solo il fatto di esprimere simbolicamente solidarietà ad un popolo che sta subendo un genocidio, come denunciato alla Corte di Giustizia Internazionale dal Sudafrica?

"La paura deriva da un sentirsi minacciati, ed è assurdo che qualcuno si possa sentire minacciato dalla denuncia di un genocidio; probabilmente se si tratta di paura è del rischio che cali la maschera della complicità verso il genocidio, lasciando spazio al suprematismo che solo se nascosto ha davvero spazio di azione.  Quello che sicuramente accade è che contrastare le menzogne quotidiane dei sionisti nella politica, nei media mainstream, nelle comunità ebraiche ha creato un loro coalizzarsi in branco per attaccare chi ha capito i veri meccanismi dell'ideologia sionista. Sostenere la pulizia etnica del popolo Palestinese e quindi l'occupazione della Palestina è parte del progetto coloniale sionista. Chissà com'è guardarsi allo specchio sapendo di farne parte? Si sentiranno gratificati dal supportare i crimini contro l’umanità dell’esercito illegale della colonia sionista (“Israele”) e i pogrom dei coloni suprematisti ebraici? È tutto così assurdo che l'unica spiegazione che ci si può dare è che il negare il genocidio dei Palestinesi da parte dei sionisti e degli indottrinati li abbia portati a costruire un immaginario in cui pensano di essere nel giusto. Nella negazione inventano. Invece, la realtà della Palestina esiste. Non si deve inventare. Ecco questa si, è una minaccia per chi mente."






Quali pressioni ha ricevuto l'Istituto Italiano di Cultura perché fosse cancellata la memoria di un evento che esalta il "made in Italy",  proprio quando in Italia si aprirà persino un liceo in merito alle nostre eccellenze italiane?

"Più che pressioni sono stati ordini, e sono venuti dalla Farnesina. Tajani ha preteso che venisse cancellata qualsiasi traccia della mia presenza in Argentina e di conseguenza tutto ciò in cui sono stato coinvolto. Per quanto riguarda le pressioni alla Farnesina sono arrivate dal sionismo, ma i nomi, come al solito, non verranno fuori."

 

Cosa è successo a Cordoba?

"A novembre durante la settimana della cucina italiana 2023 con Tullio, noto porchettaro di Ariccia, con l'Istituto istituto di Cultura Italiana e il suo fantastico gruppo di lavoro, abbiamo lavorato duramente perché persone del barrio, lavoratori e lavoratrici del campo gastronomico, potessero apprendere gratuitamente tutto lo scibile sulla porchetta di Ariccia e riproporla poi per conto loro per sostenere il barrio dal basso. Il corso è riuscito, la municipalità ha premiato il direttore e così noi per l’eccellente lavoro svolto, e alla fine del progetto abbiamo servito gratuitamente 1300 panini con la porchetta in un evento che è stato la perfetta chiosa per un incontro tra culture amiche. Durante tutto il percorso una troupe di ragazzi squisiti ha ripreso l’esperienza e ne ha ricavato 5 clip utili per mostrare al mondo la bellezza di progetti e incontri come questo. A Córdoba sono successe solo cose belle, è in Italia che è successo lo schifo".

 

Lei è noto per il suo instancabile attivismo per i diritti del popolo palestinese, denuncia costantemente quello che sta succedendo a Gaza: partecipa alle iniziative di solidarietà anche in Italia? 

"Non denuncio solo ciò che sta succedendo a Gaza, denuncio e condanno da anni l’occupazione illegale di tutta la Palestina, occupazione accettata e normalizzata da tutta la classe politica italiana e da quasi tutta la classe giornalistica che sottostà alle direttive imposte dai sionisti nostrani che con minacce e mobbing impongono la linea editoriale in supporto dell’ultima colonia europea in essere (“Israele”). Partecipo sempre alle iniziative per rispetto dei miei fratelli e delle mie sorelle palestinesi, ma non mi ci riconosco quasi mai perché i termini usati sono spesso accomodanti, i luoghi e le modalità sono follemente concordate con la questura e gli obiettivi sono evidentemente diversi. Io chiedo lo smantellamento totale della colonia e il ritorno di tutti Palestinesi esuli quando invece il messaggio che va per la maggiore nelle manifestazioni e’ ”cessate il fuoco“ e non si mette mai in discussione l’esistenza di “Israele”. A che serve dire “Palestina libera” se poi non si dice da chi è occupata (ebrei suprematisti e sionisti) e se non si condannano le comunità ebraiche che da qui la tengono in vita? Dire Palestina libera senza dire da chi, è come esigere la pace sotto occupazione. Se chiediamo il cessate il fuoco, dobbiamo chiedere al contempo il ritiro immediato di "israele" dalla Striscia, nonché di tutti i coloni illegali. Ci dimentichiamo che i coloni illegali israeliani sono armati e fanno subire ai Palestinesi qualsiasi angheria possibile compresa l'occupazione delle loro case in qualsiasi momento e l'uccisione a sangue freddo come fossimo a una battuta di caccia?

La gioia nell’uccidere i palestinesi di questi terroristi, e le innumerevoli prove di sadismo dei coloni ebrei continuano impunite perché ignorate dolorosamente dai nostri giornalisti,  perché preferiscono arrivare a fine mese anziché contrastare il sionismo. Sino a quando il sionismo esisterà, posto in essere nella colonia "israele", niente di questo cesserà, ma anzi ci sarà un enorme spazio alla retorica pacifista che di pace non ha nulla.  La vera pace si costruirà con l'uso della violenza anticoloniale (quindi Resistenza armata) e la fine delle angherie suprematiste imperialiste. Qualcuno di quelli che predicano con l'arcobaleno in mano si è chiesto come mai "israele" invece di fare terra bruciata di tutta la Striscia di Gaza e dei Palestinesi ivi rinchiusi, non si sia appellata al diritto internazionale? Perché mai i pacifisti condannano Hamas e non fanno le loro manifestazioni colorate contro "israele" che ogni tot di mesi ormai da quasi 20 anni bombarda la Striscia e da più di 76 anni compie (e compiva insieme alle sue brigate terroriste) una pulizia etnica come da progetto di colonialismo di insediamento in Palestina? Le manifestazioni devono colpire e disgregare il sionismo, devono esistere per manifestare, appunto, la misura della rabbia che ci attanaglia. Siamo incazzati davvero o no per il fatto che stiamo campando su un modello di neocolonialismo che anche attraverso il capitalismo spinto nella nostra società maciulla corpi di bambini come se fosse un videogioco?"

 

Viaggia moltissimo, nota differenze rispetto all'Italia nelle dimostrazioni nel mondo a favore della Palestina?

"Viaggiavo, ora sono anni che mi sposto da Frascati al massimo per andare a Roma. Per vedere le differenze non serve viaggiare ma guardare i social e confrontare le centinaia di migliaia di persone presenti nelle manifestazioni all’estero con le pochissime migliaia di quelle italiane. Abbiamo basi e poligoni di tiro militari americani ovunque, a scuola imperano le direttive delle comunità ebraiche, le università e gli accademici prendono soldi dai sionisti, il Mossad e’ nato a via Veneto (Roma) nel 1950 e dagli anni 80 grazie a Napolitano anche la sinistra ha normalizzato i rapporti con “Israele”. Di cosa vogliamo parlare?"

 

Come giudica le iniziative di pacifico boicottaggio e disinvestimento della campagna BDS contro le aziende che sostengono Israele?

"Utili se fatte massicciamente e in simultanea come è successo nei paesi arabi e nel sud est asiatico dove le aziende complici dei sionisti hanno dovuto chiudere i battenti, assolutamente inutili se partecipate da quattro gatti come quelle organizzate ultimamente davanti ai vari Carrefour (con tutto il rispetto per chi le organizza e per noi stronzi che ci siamo andati nonostante tutto). Non serve BDS per boicottare, serve studiare e agire, oltre alla rinuncia all’acquisto serve metterci i nostri corpi, serve prendere denunce e farsi processi. Appoggiarsi a BDS è utile a chi è alle prime armi e a chi ha deciso di rischiare niente della propria libertà e che quello è il massimo suo apporto alla lotta per la liberazione della Palestina."

 

Secondo il suo punto di vista, quale dovrebbe essere la soluzione da perseguire come obiettivo per mettere fine a questo terribile massacro? 

"Criminalizzare e bandire dalla faccia della terra il sionismo, condannare aspramente chi lo sostiene, embargo alla colonia sionista “israele” e immediata denuclearizzazione della stessa, abbattimento dei muri e dei checkpoint per mano degli stessi coloni (come fanno fare ai palestinesi con le loro case) a loro spese, rispedire i coloni ebrei finanziati dal JNF nelle loro case di provenienza, far ritornare a casa i 10Mln di palestinesi, e far decidere a loro chi far rimanere e chi far ripartire. E soprattutto permette solamente ai Palestinesi di decidere sulle sorti di tutta la Palestina, dal fiume al mare."

 



 


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Venerdì 26 gennaio alle 12 a Roma si terrà una Conferenza stampa proprio per chiedere alla Farnesina di rimuovere la censura sul video "incriminato"

Qui di seguito il comunicato e la locandina:

"Condanniamo il gesto arbitrario di rappresaglia contro Gabriele Rubini a cui va la nostra solidarietà, colpevole solo di aver espresso in altro contesto opinioni antisioniste e difformi dalla linea di governo. Una vera e propria damnatio memoriae per gli oppositori politici, che nega qualsiasi forma di democrazia.
Non tollereremo il silenziamento preventivo degli elementi di dissenso, non incroceremo le braccia di fronte a un clima di repressione e guerra che sta pervadendo ogni sfera della vita sociale e istituzionale, con un'arbitrarietà senza precedenti, mentre il Parlamento prosegue sulla sua linea bellicista. E’ evidente che il patentino di “idoneità” viene riconosciuto solo alle iniziative organiche alla linea bellicista della NATO, condannando all’oblio gli ospiti sgraditi al governo.
Pretendiamo la ripubblicazione immediata dei contenuti rimossi."
 
 
 

Riproponiamo il video girato a Cordoba, di cui si chiede la ripubblicazione, censurato per una maglietta con i colori della bandiera palestinese.

 

 

Agata Iacono

Agata Iacono

Sociologa e antropologa

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