Altro che Cgil. Corea del Sud, KCTU: "Licenziamenti e morti sul lavoro più spaventosi del Covid"
La Corea del Sud, paese geograficamente lontano da noi, ma mai così vicino al Bel paese come scenario.
Perché anche in Italia si comincia a licenziare dopo il blocco dei licenziamenti dei mesi della pandemia da Covid-19, e si muore sul lavoro.
Da Luana ad Adil, due morti diverse, ma uguali, in quanto causate dalla logica del profitto che non tiene conto della vita umana, o manomettendo i macchinari oppure usando crumiri e mazzieri per reprimere gli scioperi.
Salvo le eccezioni, come Si Cobas e USB, i confederali Cgil-Cisl-Uil, non ci pensano proprio a portare i lavoratori in piazza o a proclamare uno sciopero generale. Ora il problema sarà il Covid-19 e le sue varianti, ai tempi del Governo di Mario Monti la triplice non proclamava lo sciopero generale, in quanto, avrebbe danneggiato l'economia del paese.
Cosa succede invece in Corea del Sud?
Circa 8.000 membri della Confederazione coreana dei sindacati (KCTU), principale sindacato del paese asiatico, hanno marciato oggi nel centro di Seoul, nonostante le minacce del primo ministro sul fatto che la manifestazione avrebbe potuto causare un aumento dei casi di Covid-19.
I sindacati avevano pianificato di tenere una manifestazione a Yeouido, nella parte occidentale di Seoul, ma hanno deciso di radunarsi in una nuova posizione dopo che la polizia ha tentato di impedire loro di andare a Yeouido erigendo barriere.
"Ci siamo riuniti qui per proteggere la vita e l'occupazione sicura dei lavoratori" , ha dichiarato il capo della KCTU Yang Kyung-soo durante la manifestazione, durata circa due ore, secondo l'agenzia di stampa Yonhap.
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— ??? (@uklondon21) July 3, 2021
In pictures: Thousands of South Korean workers gather for labour union rally in Seoul despite an upsurge in coronavirus cases. Protesters are calling for wage hikes and measures to prevent accidents at work pic.twitter.com/heEdAu7q8f
— TRT World Now (@TRTWorldNow) July 3, 2021
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I membri del sindacato hanno chiesto di interrompere i tagli di posti di lavoro, aumentare il salario minimo e aumentare il sostegno ai lavoratori colpiti dai blocchi.
“La Corea ha il nono PIL più grande tra i paesi membri dell'OCSE, ma il salario minimo più basso. Stanno sostenendo [le grandi società] succhiando il sangue delle piccole imprese e dei lavoratori", ha detto il vicepresidente della KCTU Park Hee-eun. KCTU ha riferito che una persona è stata arrestata sulla via del ritorno dall'evento.
Come si vede le rimostranze sono le stesse che in Italia.
Giovedì scorso, il governo di Seoul ha rinviato di almeno una settimana il suo piano per revocare alcune delle restrizioni alle manifestazioni all'aperto nella capitale, a causa del continuo aumento dei contagi.
Il primo ministro Kim Boo-kyum ha esortato i sindacati a rinviare la manifestazione a causa delle restrizioni relative al Covid-19 e ha minacciato di azioni i manifestanti se non si fossero conformati. "Non importa quanto siano importanti i diritti e le libertà, non si dovrebbe minacciare la vita e la sicurezza degli altri", ha scritto il Primo Ministro in una dichiarazione sui social media il giorno prima dell'evento. "La massiccia manifestazione nella capitale ... è un atto pericoloso che può gettare benzina sul fuoco in termini di coronavirus".
I sindacati hanno respinto l'appello del premier. "Ciò che è più spaventoso dell'infezione sono le morti e i licenziamenti sul posto di lavoro, così come il mondo della disuguaglianza e della discriminazione", ha affermato KCTU in una dichiarazione ai media.