Accordo Turchia-Svezia-Finlandia per nordici nella NATO: a vincere sono gli USA
La seconda giornata del vertice NATO di Madrid è iniziata con un evento che ciascuna delle parti ha iniziato sin da subito a descrivere come una propria vittoria incondizionata. Turchia, Svezia e Finlandia hanno tenuto un incontro alla presenza di alti funzionari della leadership del blocco atlantico e firmato un memorandum congiunto. Ankara ha accettato di ritirare le sue obiezioni all'ingresso accelerato dei due paesi noridci nell'alleanza. "Svezia e Finlandia saranno ammesse alla NATO oggi!" - ha annunciato un raggiante Jens Stoltenberg, il guerrafondaio segretario generale del blocco.
Tuttavia, in cambio, gli svedesi, sotto la pressione di statunitensi e inglesi, sono stati costretti a fare concessioni alla Turchia, di cui non volevano nemmeno sentire parlare fino a un paio di giorni fa. In primo luogo, Stoccolma si è impegnata a revocare tutte le restrizioni alla fornitura di armi imposte alla Turchia dopo l'acquisto di armamenti russi. In secondo luogo, la Svezia smette ufficialmente di sostenere il Partito dei Lavoratori del Kurdistan (PKK), dichiarato organizzazione terroristica in Turchia, e si è impegnata a estradare, su richiesta di Ankara, i militanti curdi che hanno trovato rifugio in Scandinavia. Ma questo potrebbe diventare una bomba politica interna per il regno. Ci sono anche curdi tra i deputati del parlamento svedese e hanno già espresso la loro indignazione per questo accordo che definiscono un tradimento del governo. E non è da tralasciare il fatto che la società svedese, molto sensibile ai diritti delle diverse minoranze, non accoglierà affatto bene un tale accordo. Non è difficile immaginare forti proteste contro il governo.
"Ci sono grandi dubbi su quanto sarà calmo il prossimo periodo per i nostri vicini del nord Europa", ha commentato il viceministro degli Esteri russo Sergei Ryabkov sull'"accordo di Madrid". Infine, concedono parte della loro sovranità di politica estera e di difesa a Washington, altri cosiddetti partner senior della NATO.
Cosa succede invece sulla sponda turca?
Il presidente del Vatan Partisi, Dogu Perincek, definisce il memorandum di accordo con i paesi nordici tutt’altro che una vittoria per Ankara: «La Turchia non ha vinto. ‘La Turchia ha ottenuto ciò che voleva’ è una notizia falsa.
La notizia corretta è: ‘Il governo ha finto di resistere alla minaccia degli Stati Uniti, poi ha capitolato’.
Hanno paura delle minacce statunitensi. La Turchia ha bisogno di un governo che non sia impaurito».
Türkiye zafer kazanmad?. "Türkiye istedi?ini ald?" yanl?? haber.
— Do?u Perinçek (@Dogu_Perincek) June 28, 2022
Do?ru haber ?u, "Hükümet, ABD tehdidine direnir gibi yapt?, sonra boyun e?di."
Amerika'n?n tehditlerinden korkuyorlar. Türkiye'nin korkmayan, ba?? dik bir hükümete ihtiyac? var. Vatan Partisi var! #NATO pic.twitter.com/jbUB5KoyAf
Secondo il politologo turco, Onur Sinan Guzaltan, docente presso l’Università dell’Amicizia tra i Popoli della Russia, in ogni caso «le strade di Turchia e NATO divergeranno prima o poi».
Ai microfoni di Sputnik ha spiegato: «Nel memorandum Svezia e Finlandia si impegnano a smettere di fornire supporto alle organizzazioni terroristiche PKK/PYD. Questa condizione è stata avanzata dal governo turco fin dall’inizio. Oggi, come si vede, le richieste di Ankara sono state accolte. L’accordo raggiunto è il risultato della pragmatica politica di bilanciamento della leadership turca. Non dobbiamo dimenticare che la Turchia è entrata nella fase pre-elettorale. Il governo sta cercando di ridurre la pressione dell’Occidente».
Però, continua il politologo, «le relazioni tra Turchia e Russia ora sono molto forti. Pertanto, non credo che l’accordo di oggi possa provocarne la rottura. Personalmente credo che l’espansione della NATO minacci gli interessi nazionali della Turchia. Non vi è alcuna garanzia che domani la Svezia, la Finlandia o un altro paese della NATO non sosterranno le organizzazioni terroristiche contro la Turchia. Da molti anni gli Stati Uniti sostengono e continuano a sostenere le strutture che minacciano la sicurezza della Turchia. In definitiva il memorandum è solo una soluzione temporanea. Le strade di Turchia e NATO, che hanno interessi geopolitici diversi, prima o poi divergeranno».