UN NUOVO HORROR IN ARRIVO DAGLI USA “AFFIRMATIVE ACTION”

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di Valerio Gentili


Tenetevi forte questa storia fa paura per davvero.

Tu giovane, bianco ed etero della classe lavoratrice, hai affrontato i fascisti, hai fatto la tessera del sindacato, magari vanti anche simpatie comuniste. Bene, da oggi tutto questo non avrà importanza perché l”azione affermativa” ti discriminerà in quanto bianco ed etero.

Se un tempo l”affirmative action” poteva avere una qualche utilità nell’aiutare una minoranza razzazile oppressa e represa da secoli, ad ottenere qualche vantaggio “riparatore”. Oggi la situazione è uscita fuori da qualsiasi senno e logica: ora infatti a rivendicare l’”azione affermativa” (cioè il razzismo al contrario) sono –per intero- tutte quelle associazioni afferenti alle minoranze “oppresse”. I casi universitari dilagano dal Conneticut (Yale) a New York, gli organi giuridici mostrano confusione e divisioni interne.

Cosa sta accadendo? Semplice, qualche mente geniale della new Left pensa che due razzismi –uno sciocco e per sottosviluppati- siano utili a combattere il razzismo quello vero  però, l’atroce ideologia d’odio che da secoli conosciamo.

Un’altra riflessione si impone per giudicare lo “stato dell’arte”, il grado di perversione della new Left (le cui trovate geniali trovano sempre fertile riscontro nella colonia italiana. Ricordate  i tempi, tra gli ultrasinistri tricolori degli asterischi, poi delle barre ed infine è solo compagn, trionfo supremo del genderismo d’oltreoceano).

Quando parliamo di minoranze che stanno combattendo per rivendicare un diritto di che tipo di minoranze stiamo parlando? Da maschio bianco alfa etero, in linea di principio, non avrei alcun problema  ad essere vittima di razzismo al contrario da parte di afroamericani o nativiamericani.

Per i primi parliamo di viaggi da forzati in fetide cambuse, con schiavettoni ai polsi e alle caviglie, per raggiungere la “terra degli uomini liberi” e lavorare da schiavi nelle piantagioni di cotone a suon di frustate.
Ai secondi abbiamo voluto dare il nome di Indiani, con un espressione “politicamente scorretta” ascrivibile all’oggi odiato Colombo, che fa il paio con “pellerossa” Perso il conflitto militare con il nemico-e diversamente non sarebbe potuta andare data la disparità di mezi militari- ebbe inizio il vero e proprio genocidio, tra i 50 e i 100 milioni di nativi sono stati sterminati con pervicace e feroce astuzia da parte dell’uomo bianco, spesso nelle vesti di falso amico: coperte destinate alle riserve infettate dal vaiolo, “l’acqua di fuoco”, gli alcolici a loro sconosciuti, altre malattie ed infezioni diffuse nelle riserve in stile Mengele. Questo è stato il “sogno americano” per queste minoranze razziali: un fottuto incubo durato secoli.

Quando però alla campagna per l”affirmative action” si aggiunge (in qualità leaderistica?) la pletora di associazioni Lgbt, fluid gender, Queer secessioniste, la misura si fa colma. Come riportato dalle autorità il crimine d’odio a sfondo razziale è sempre di maggiore incidenza di quello sessuale.

In questi ultimi 50 anni  (dai ’70 in poi), 58 persone sono state uccise perché gay e quindi vittime di aggressioni omofobe, squadriste, fasciste. Noi solidarizziamo con queste vittime ciò tuttavia, non elimina ma corrobora il dato incontrovertibile che tra le minoranze vi siano differenze enormi. Abbiamo fatto l’esempio di due minoranze razziali perseguitate dai bianchi per secoli, con una crudeltà senza fine: milioni di morti, schiavitù, annientamento fisico, culturale e morale.

Non possiamo quindi accettare che la coalizione di gruppi sessuali si unisca su un piano paritetico alla coalizione razziale per invocare la “testa dell’uomo bianco etero”.

Nessun fottuto “Jimmy Sommerville” è sullo stesso piano di un “Toro Seduto” o di un “Huey P. Newton” nella delirante battaglia dell’”affirmative action”.

E badate bene non si stratta certo della battaglia di qualche  isolato  mentecatto. CI spostiamo nella progressista California per scoprire che il consiglio direttivo dell’univerità il 15 giugno ha approvato all’unanimità l’emendamento costituzionale 5 dell’assemblea ma soprattutto l’abrogazione della proposition 209 che da un quarto di secolo vietava la considerazione di razza e genere per le ammissioni. L’Univerità gioisce per l’eliminazione della tanto odiata P209

Quello che i signori dell’Università omettono di dirci per vergogna è che il nome non tecnico  di P209 è California civil rights iniziative, cioè (ed è tutto riscontrabile on line) una proposition per i diritti civili. Come si può brindare  ed esultare se si aboliscono diritti civili?

Siamo al delirio parossistico, ma alla fine, cosa diceva di tanto esecrabile questa p209: “vietare alle istituzioni governative statali di prendere in considderazione razza , sesso o etnia nei settori del pubblico impiego, negli appalti pubblici e dell’istruzione pubblica”.

Abolire la 209 permetterà di discriminare legalmente i bianchi etero secondo la logica che due torti ne raddrizzano uno, L’Alt Right è entusiasta, in molti arriveranno, anche per Trump il natale arriverà prima, che regalone! Voti da migliaia e migliaia di uomini discriminati senza una ragione.
 
 

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