Per la Germania (UE) il mercato è libero solo se si impoveriscono gli altri

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Per la Germania (UE) il mercato è libero solo se si impoveriscono gli altri

Certo, “se lo possono permettere”. Ma l’aiuto di 200 miliardi chiama in causa non solo la potenza economica tedesca, non solo il profondo egoismo di un paese che ha fatto il bello è il cattivo tempo dentro l’Ue e che pretende di risolvere a livello nazionale le conseguenze economiche prodotte dalle scelte prese da tutta la comunità di stati europei; mi riferisco alle sanzioni contro la Russia. L'aiuto di 200 miliardi chiama in causa anche la sua capacità di rovesciare una serie di regole che sono state imposte al continente e che hanno modificato in profondità la vita delle persone.

Vengo da un territorio, il Sulcis, in cui la principale industria, di proprietà di una multinazionale americana, ha mantenuto attivi i suoi impianti sino a quando la Regione Sardegna ha sostenuto una parte della spesa energetica. Dopo qualche anno l’Ue ha bloccato questo contributo perché giudicato “aiuto di stato”. Gli impianti sono stati chiusi e, considerando anche l’indotto, alcune migliaia di operai e tecnici sono rimasti a casa. Intere famiglie si sono ritrovate in grave situazione economica. Ho visto amici, parenti e conoscenti improvvisamente senza lavoro.

Con un colpo di mano la Germania decide che per le sue industrie e per i suoi cittadini la regola contro gli aiuti di stato non vale più. Il prezzo dell’energia può essere sostenuto dal bilancio pubblico. Per i tedeschi il mercato è libero nella misura in cui si impoveriscono gli altri. Vorrei proprio sapere cosa hanno da dire a quei lavoratori che per le regole contro gli aiuti di stato si sono ritrovati disoccupati e impoveriti.

Paolo Desogus

Paolo Desogus

Professore associato di letteratura italiana contemporanea alla Sorbonne Université, autore di Laboratorio Pasolini. Teoria del segno e del cinema per Quodlibet.

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