L'Ucraina vuole 'liberare' la Crimea

Il Governo di Kiev non ha alcuna intenzione di tutelare i diritti degli abitanti della Crimea, ma è interessato solo al territorio

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L'Ucraina vuole 'liberare' la Crimea



di Danilo Della Valle

L' Ucraina pianifica di liberare il territorio della Crimea entro il dicembre del 2019; questo è quello che si evince dalle dichiarazioni rilasciate lo scorso luglio dal rappresentante del Presidente dell’Ucraina in Crimea Babin: “La liberazione della Crimea fa parte del piano di azioni urgenti contro l’aggressione Russa”.

Secondo il documento riportato sul portale youblisher (www.youblisher.com/p/1959204-Plan) Kiev ha intenzione di presentare una denuncia contro la Russia presso la Corte penale Internazionale e Corte Europea dei Diritti dell'uomo in merito all'annessione della Crimea alla Russia e alla successiva violazione dei diritti dei peninsulari. Lo scopo di tale processo è quello di ricominciare la propaganda mediatica nei paesi esteri (principalmente Occidentali), spiegando il ruolo negativo della Russia nella questione Crimeana, oltre ad aumentare le truppe della Guardia Nazionale e rinforzare i confini con la penisola.
Questo piano implica la presenza delle forze speciali che dovrebbero attivarsi sia sul territorio della Crimea sia all’estero (specialmente in Europa). Ciò appare particolarmente imprudente sullo sfondo delle continue accuse alla Russia riguardo i suoi presunti "tentativi di interferire" con la politica interna degli Stati Uniti e dei paesi dell'UE.

Nel documento presentato si parla soprattutto dell’intenzione da parte dell’Ucraina di tenere seminari, conferenze ed incontri presso diversi Paesi Occidentali dove si promuoverà l’idea secondo la quale la Crimea è stata occupata illegalmente dai Russi, tralasciando la storia della penisola, lo status della penisola prima del referendum e le origini della maggior parte degli abitanti della Crimea. Il governo di Kiev crede che le mani europee possano “premere” in modo più forte sulla Russia. La cosa strane, e da sottolineare, è però che l’Ucraina non ha alcuna intenzione di interrompere i suoi rapporti commerciali con la Federazione Russa (come ad esempio la vendita del carbone e dell’energia elettrica) il che contraddice completamente le dichiarazioni dei politici ucraini sul fatto che loro sarebbero “in guerra con la Russia”.

È senza dubbio una strana guerra.

Il piano proposto ignora completamente la questione del riconoscimento dell’autonomia dei tatari della Crimea dopo la eventuale “liberazione”. Si presume che Kiev ha intenzione di utilizzare la forza politicamente attiva dei tatari, Majilis (il congresso del popolo tataro della Crimea), solo per organizzare gli eventi pubblici anti-russi sui territori confinanti con la Crimea.

L'Ucraina sta giocando la carta “della Crimea” senza cedere ai tatari sulla questione principale che ha portato all’annessione - il riconoscimento dell’autonomia (ciò che i tatari hanno cercato di ottenere già negli anni passati sia dal Governo di Kiev che quello dell’USSR). Lo stesso Governo di Kiev che fino al 2014 si rifiutava di riconoscere Majilis come un ente, e l’ha usato esclusivamente per scontrarsi con le organizzazioni pubbliche slave (filo-russe) sulla penisola.

Di conseguenza il Governo di Kiev non ha alcuna intenzione di tutelare i diritti degli abitanti della Crimea, ma è interessato solo al territorio; infatti il documento parla chiaramente del piano della limitazione dell'approvvigionamento energetico della Crimea, del divieto dello svolgimento delle attività delle imprese di Crimea sul territorio Ucraino etc etcetera. Tutto il piano è volto a creare una forte pressione dall’esterno sulla Russia, per poter tutelare gli interessi economici Ucraini, ma in nessun modo quelli della popolazione della penisola, ciò che non interessava il Governo di Kiev nemmeno prima dell’occupazione nel 2014.

Purtroppo l'Ucraina ideando questo piano di azione non ha preso in considerazione né la Crimea né i suoi abitanti, ma li sta solo usando, ed in caso di una fantomatica riuscita del “piano”, dove sarebbe il “cambiamento”?.

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