Loretta Napoleoni - Il Trump 2.0 e l'epicentro del nuovo Grande Gioco con la Cina
di Loretta Napoleoni per l'AntiDiplomatico
Tra pochi giorni Donald Trump entrerà nuovamente alla Casa Bianca. Il mondo è infinitamente piu’ caotico di quando ci fece il suo primo ingresso e molti sostengono che lo sia al punto di farci scivolare verso una polarizzazione simile a quella della Guerra Fredda. Geopoliticamente cio’ significherebbe che il baricentro del mondo continuerà ad essere l’Europa ed il Medio Oriente con Stati Uniti e Russia in posizioni opposte. E se non fosse cosi’?
Le recenti dichiarazioni di Trump riguardo al ruolo che il Canada e la Groenlandia giocano nella sicurezza nazione ed economica degli Stati Uniti fanno sorgere il dubbio che il baricentro del mondo si stia invece spostando a nord, verso l’Artico. Canada e Groenlandia, non dimentichiamolo, sono paesi artici, che messi insieme all’Alaska ne rappresentano una grossa fetta. Le altre nazioni artiche sono Finlandia, Norvegia, Svezia Islanda, Danimarca attraverso la Groenlandia che ancora in parte controlla e la Russia. La Cina nonon e’ una nazione artica, e’ considerato uno stato vicino all’Artico ed ha grandi aspirazioni a riguardo. Attraverso accordi bilaterali con Mosca, e.g. sviluppo di infrastrutture e rotte marittime, iniziative scientifiche ed ingenti investimenti nella nuova Via della Seta, Pechino e’ riuscita a stabilito una presenza importante nell’Artico.
E se le parole di Trump 2.0 fossero state il preludio della versione moderna del Grande Gioco che questa volta si giocherà intorno al polo nord? Per chi non lo ricorda, il Grande Gioco appartiene al 19vesimo secolo ed avvenne quando l’Impero britannico e quello russo si contesero il controllo dell’Asia Centrale. Il motivo? La regione era fondamentale per il potere economico di ciascuno e per gli equilibri geopolitici tra i due imperi. Esattamente come l’Artico oggi, solo che oggi la partita a scacchi sul mappamondo si gioca tra Stati Uniti e Cina.
L’Asia centrale era ricca di metalli preziosi come l’oro ed l’argento, possedeva vasti giacimenti di minerali, inclusi rame e piombo, cruciali per lo sviluppo industriale e sconfinati terreni agricoli, importantissimi per l'approvvigionamento alimentare e la produzione agricola. Le antiche rotte commerciali, poi, come la Via della Seta, attraversavano l'Asia Centrale, rendendola un nodo cruciale per il commercio tra Europa e Asia.
A parte l’agricoltura, il parallelo tra l’importanza dell’Asia Centrale nel 19vesimo secolo e l’Artico odierno è perfetto. La Groenlandia possiede giacimenti di terre rare e si pensa che sotto i ghiacci dell’Artico ce ne siano altri insieme a giacimenti di gas naturale petrolio e metalli. Lo scioglimento dei ghiacci ha aperto nuove rotte marittime che hanno abbattuto i costi di trasporto tra i continenti trasformando l’Artico in un nodo commerciale strategico.
L'Asia Centrale era anche una zona cuscinetto tra l'Impero Britannico e quello Russo. Controllarne alcune fette rafforzava la posizione globale di entrambi perche’ così facendo si proteggevano i confini e si preveniva l'espansione dell'altro. L’Artico oggi puo’ avere la stessa funzione.
È molto probabile che durante la presidenza di Trump l’Artico diventi l’epicentro del nuovo Grande Gioco e che Stati Uniti e Cina cercheranno di controllarlo influenzando o stringendo accordi, come quello tra Russia e Cina, con le nazioni che vi si affacciano. A riguardo, nel 2018, la Cina ha pubblicato un documento sulla politica artica, delineando i suoi piani per l'esplorazione e lo sfruttamento delle risorse artiche in modo legale e razionale. Nel 2019 Trump propose l’acquisto della Groenlandia ed pochi giorni fa ha rilanciato la proposta aggiungendo anche il Canada e rifiutando di escludere l’uso della forza per ottenere la prima. Una coincidenza? Lo sapremo presto.