L'azienda francese Lafarge e lo spionaggio in Siria - Documentario RTVE

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L'azienda francese Lafarge e lo spionaggio in Siria - Documentario RTVE

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Bisogna ripeterlo fino alla noia: i fatti hanno la testa dura, soprattutto in Siria. A parte i successi diplomatici di Damasco con il ritorno nella Lega araba dopo 12 anni, anche alcuni eventi confermano che, quella iniziata nel 2011 non era “rivoluzione” per portare la “democrazia” in Siria, bensì un modo per destabilizzare un paese poco consono da sempre a adattarsi ai diktat occidentali.

C’è un’altra conferma, giunta ieri che, non solo i paesi occidentali, in questo caso la Francia, avessero una rete di spionaggio in Siria, ma allo stesso tempo finanziavano gruppi terroristici legati ad al Qaeda e ISIS-Daesh.

Stessi gruppi che hanno insanguinato la Francia con terrificanti attentati, perché come aveva avvertito il Presidente siriano Bashar al Assad: “Il terrorismo è uno scorpione: se te lo metti in tasca, ti pungerà di sicuro”.

Siccome negli anni lo “scorpione” ha punto, il giornalismo mainstream ha sguinzagliato i suoi reporter di guerra, necessari a trovare scandali per rendere buona la “democrazia” in salsa occidentale all’occhio della sua opinione pubblica. Così da anni imperversa sui media mainstream lo scandalo del cementificio francese Lafarge che finanziava i gruppi terroristici.

A tal proposito, la radio e televisione spagnola RTVE ha pubblicato un documentario su come l'intelligence francese avesse utilizzato la fabbrica di cemento in Siria anche come strumento di spionaggio oltre che per il finanziamento di gruppi terroristici, compreso Daesh.

Una squadra di giornalisti francesi si è recato nel nord della Siria e ha raccolto migliaia di documenti anche in Giordania, Dubai e Parigi per rivelare questa realtà attraverso le testimonianze delle persone indagate dai tribunali francesi per aver sponsorizzato il terrorismo, si legge nella sinossi del docufilm.

Durante la crisi in Siria, lo Stato francese aveva chiesto per diversi anni ai suoi organi di intelligence di stabilire collegamenti con compagnie strategiche nel Paese arabo, fino a quando hanno scelto “Lafarge”.

Secondo Christophe Gomart, direttore dell'intelligence militare nel periodo tra il 2013 e il 2017, "i lavoratori di Lafarge sono stati un'importante fonte di informazioni".

Così l'azienda del cemento ha finito per diventare "una copertura perfetta per una rete di spionaggio", per poi essere coinvolta in atti di finanziamento di gruppi Daesh-ISIS, del Fronte al-Nousra, e anche di separatisti curdi per minare la stabilità dello Stato siriano.

Le fonti hanno anche riferito che secondo le stime della polizia giudiziaria francese, "Lafarge" ha concesso alle organizzazioni terroristiche tra i due e i sette milioni di euro, e che il ministero degli Esteri francese era a conoscenza dei legami tra la società del cemento e Daesh.

Una vera e propria farsa, potremmo definirla se non fosse per il fatto che migliaia di siriani sono morti e altre ancora muoiono per le sanzioni inflitte, neanche revocate con terremoto di febbraio, solo per la smania sadica ed egemonica degli Stati Uniti d’America.

Risultato? La Siria si è riappacificata con i suoi nemici nella regione, i quali, a loro volta, che non si fidano più dell’occidente e si sono avvicinati a Russia e Cina, vedi Emirati Arabi Uniti, Qatar e Arabia Saudita. All’appello manca solo la Turchia. È questione di tempo e ci sarà anche Ankara, perché nuovo mondo multipolare è inesorabilmente in cammino.

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