La costruzione coloniale dell'Afghanistan: L'eterno campo di battaglia e confluenze di culture

La costruzione coloniale dell'Afghanistan: L'eterno campo di battaglia e confluenze di culture

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Prosegue il viaggio di ricerca storica alle radici dell'Afghanistan, una modalità per capire gli attuali conflitti, come ha agito e come forse agirà il colonialismo occidentale. Per visonari i capitoli precedenti potete cliccare qui: Primo

da Al Mayadeen English

[questo saggio è stato tradotto dal tedesco e dall'inglese in italiano da Nora Hoppe]

Il Khorasan non era solo l'eterno campo di battaglia delle nazioni, ma anche il crogiolo delle culture. Tutti gli invasori, i migranti e gli emigranti che hanno soggiornato in Khorasan (per periodi più o meno lunghi), che vi si sono stabiliti e ne hanno fatto la loro casa o l'hanno portata sotto il loro dominio, hanno lasciato le loro tracce.

PARTE I

Capitolo 2

  • Khorasan – "Terra del Sol Levante"
  • Khorasan – Campo di battaglia e crogiolo di culture...

Khorasan – "Terra del Sol Levante"...

L'impero sasanide era diviso in quattro grandi regioni amministrative. La zona orientale era chiamata "Khorasan" (in medio persiano significa "Terra del Sole nascente", "l'Oriente")...

Mappa di Khorasan-Transoxania-Corasmia

In passato, il Khorasan apparteneva al dominio linguistico e culturale del Grande Iran e formava il suo fianco orientale sull'altopiano iraniano.

L'odierno Afghanistan copre l'area più grande del Khorasan storico. Il nome "Khorasan" ha persistito fino al XIX secolo come termine generale per un'area che si è ripetutamente espansa o contratta nel tempo ed è stata divisa tra satrapie e principati che hanno interagito tra loro direttamente o indirettamente sotto il dominio di vari imperi e grandi regni.

Tutti i sovrani di quest'area si identificavano o come "Re del Khorasan" - nella misura in cui il loro dominio era limitato al territorio del Khorasan, o "Re dell'Iran" [del Grande Iran]. Oggi, tre province in Iran (due delle quali al confine con l'Afghanistan) portano il nome "Khorasan" (la Provincia del Nord, del Sud e del Razavi Khorasan). Il Khorasan non ha mai avuto confini fissi. Si estendeva a nord fino all'Asia centrale oltre l'Amu Darya (Oxus), a sud fino al Mar Arabico (Belucistan), a est fino a Peshawar e a ovest da Nishapur a Kerman. Merw, Balkh, Herat e Nishapur erano spesso menzionate come le quattro principali città del Khorasan storico. Alcuni storici e geografi islamici del Medioevo includevano anche le città di Samarcanda e Bukhara, persino Kashgar (ora nello Xinjiang, Cina).

Le frontiere dell'impero sasanide furono sempre soggette alle invasioni degli imperi vicini e alle incursioni delle tribù nomadi. Così, anche il Khorasan fu ripetutamente esposto agli sforzi espansionistici dell'India e alle incursioni delle tribù nomadi provenienti dalla Cina e dal nord dell'Asia centrale. Ogni volta che la resistenza locale si dimostrava infruttuosa nella difesa della propria area, il governo centrale veniva in aiuto del Marzbaan locale (un "governatore" sasanide) con notevoli contingenti militari. Un'impresa del genere a volte era persino guidata dall'imperatore stesso. Nel 484 d.C. il re sasanide Peroz I fu ucciso nella battaglia contro gli Eftaliti ("Unni bianchi"), che allora occupavano una grande distesa di territorio iraniano (Khorasan).

In molte di queste guerre, il controllo delle rotte commerciali (la Via della Seta) era una questione chiave.

Mappa del Grande Khorasan del geografo persiano Ibrahim Al-Istachri circa 980 d.C.

Khorasan – Campo di battaglia e crogiolo di culture...

In breve, il Khorasan (e il suo equivalente contemporaneo) è sempre stato il campo di battaglia di imperi, re, tribù, popoli e individui che erano indigeni della regione o che invasero il Khorasan da tutte le direzioni.

Anche se il Khorasan in origine apparteneva etnicamente, culturalmente e storicamente al Grande Iran, nel corso del tempo molti altri popoli, tribù e associazioni tribali esterne vi fondarono i loro regni o occuparono parti o tutto il Khorasan o semplicemente lo incorporarono nella loro sfera di influenza.

Queste circostanze hanno costantemente determinato e influenzato il destino del popolo del Khorasan fino ad oggi.

Il Khorasan non era solo l'eterno campo di battaglia delle nazioni, ma anche il crogiolo delle culture. Tutti gli invasori, i migranti e gli emigranti che hanno soggiornato in Khorasan (per periodi più o meno lunghi), che vi si sono stabiliti e ne hanno fatto la loro casa o l'hanno portata sotto il loro dominio, hanno lasciato le loro tracce...

Il Khorasan è stato abitato fin dalla preistoria. 

La popolazione del Khorasan, per quanto riguarda l'attuale "Afghanistan", si è evoluta fino a comprendere un'ampia varietà di gruppi etnici, alcuni dei quali si sono trasferiti nella zona nel corso del tempo. I principali gruppi etnici erano e sono tuttora i persianofoni - "i tagiki" (come vengono chiamati oggi) e i hazara (discendenti dei mongoli), poi i pashtun, i turcomanni, gli uzbeki, i baluci e gli alani (oggi "nuristani"); altri gruppi etnici includono arabi, turchi, curdi e altro...

Nel corso degli anni, il Khorasan ha anche ospitato dei Maurya e Gupta indù, dei Kusana buddisti, dei greci ellenistici, degli arabi musulmani, dei mongoli pagani, delle tribù turche predatrici, dei britannici colonialisti cristiani, dei russi (sovietici) e, ultimo ma non meno importante, degli USA imperialisti e i suoi vassalli della NATO.

La lista crescerà certamente in un futuro imprevedibile.

 

 

 

Tariq Marzbaan

Tariq Marzbaan

 

Nato a Kabul nel 1959, dove ha vissuto fino al 1982 quando si è rifugiato con parte della sua famiglia a Peshawar in Pakistan, poi in Germania dove ha ottenuto la cittadinanza anni dopo. Attualmente risiede nell'Asia sudorientale. Ha conseguito un master in letteratura persiana e filologia tedesca, oltre a continui studi indipendenti sulla geopolitica, la storia e il colonialismo. Ha lavorato come fumettista politico, artista, ricercatore e traduttore di notizie, montatore cinematografico, sceneggiatore. Ha prodotto e diretto il suo film documentario-saggio sull'esilio "The Storm Bird", che è stato presentato nei festival internazionali. Editorialista per Al Mayadeen English.

"Il Waste Land è la terra del non-spazio e del non-tempo, la visione di un luogo di nessuno, che con la sua oscurità infrange ogni speranza, in cui gli abitanti si dibattono in un clima di disperazione e soffocamento."

- Angelo De Sio, nella sua analisi de 'La terra desolata', poema di T.S. Eliot

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