Italia sotto attacco: La narrazione non funziona quando c'è una spaccatura tra i corifei

Italia sotto attacco: La narrazione non funziona quando c'è una spaccatura tra i corifei

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di Giuseppe Masala*
 

E' già la seconda volta che capita. La prima volta pochi giorni prima della nascita del governo quando ci fu una forte fiammata dello spread. Da un lato Draghi, Oettinger (che disse addirittura che i mercati avrebbero insegnato agli italiani a votare) e Junker con a rimorchio tutti i corifei dei giornali e delle tv italiane ed europee a vaticinare sciagure per l'Italia qualora fosse nato il governo gialloverde. In meno di quarantotto ore ci fu un fuoco di sbarramento straordinario da parte della stampa anglosassone, Financial Times, Washington Post e Bloomberg addirittura arrivarono ad accusare la BCE di manipolare i mercati facendo aumentare artatamente lo spread per impedire la nascita di un governo considerato sgradito. Un attacco enorme che stranamente portò all'abbassamento istantaneo dello spread (excusatio non petita, accusatio manifesta…) ma che non ebbe purtroppo il seguito che avrebbe meritato con l'apertura di un indagine della magistratura italiana, ma tant'è.


Ora ci risiamo, dopo quindici giorni di attacchi concentrici da Bruxelles e da Francoforte (per bocca del solito Mariotto Draghi) contro la manovra italiana e in merito al piccolo declassamento di Moody's (che non ha alcun effetto pratico): il governo deve andarsene dicono i corifei all'unisono (da segnalare l'articolo dell'Ingegner Giavazzi sul Corriere che forse inconsapevolmente cita nientemeno che Lenin).

Da ieri è arrivato il solito fuoco di sbarramento degli anglosassoni: prima Bloomberg intervista il capo economista inglese della tedesca Deutsche Bank che ricorda che l'Italia ha dei fondamentali solidissimi e che è una delle nazioni più virtuose d'Europa e che conclude, addirittura, con un espressione durissima nei confronti della Commissione Europea paragonandola a dei bulli che minacciano con una mazza da baseball una persona inerme. Oggi rincara la dose il Financial Times che da dei folli ai commissari europei che pretendono una manovra restrittiva (da un paese con i fondamentali sani) con un economia mondiale in rallentamento. Ovviamente tutto questo senza dimenticare gli attestati di fiducia espressi da colossi finanziari americani quali JPMorgan nei confronti del debito italiano.


Insomma, se uno osserva con un po' di attenzione gli organi di stampa si accorge che c'è una evidente spaccatura di analisi tra quelli anglosassoni e quelli dell'Europa continentale nei confronti della situazione italiana. O se si preferisce, più prosaicamente, possiamo dire che l'arma massmediatica (sono uno strumento del soft power del vari paesi) viene usata contro l'Italia dai nostri fratelli europei ed è usata in favore dell'italia dai cugini d'oltreatlantico. Facile capire che l'enorme spaccatura geopolitica all'interno del mondo Occidentale che divide gli anglosassoni dagli europei si riverbera anche in queste cose e che l'Italia è campo di battaglia di una partita ben più amplia di cui altre volte ho parlato su questi schermi. Aggiungo solo che fanno davvero tenerezza gli economari che vorrebbero spiegare ciò che sta accadendo attraverso due modellini econometrici. La prima vittima del cretinismo econometrico è la scienza economica. Del resto costa fatica allargare un po' il quadro concettuale ad altri campi e ad altre discipline, meglio rimanere negli angusti spazi dell'econometria e soprattutto guardare gli altri dall'alto in basso manco fossero depositari di chissà quale scienza infusa. Comunque sia, tornando a noi, "Avanti Savona"!


*post Facebook del 20/10/2018

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