Inviato USA Malley: Opzione militare sul Tavolo con l’Iran senza accordo sul nucleare

Inviato USA Malley: Opzione militare sul Tavolo con l’Iran senza accordo sul nucleare

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Alla fine, gli Stati Uniti d’America il loro intento bellico lo manifestano. In Iran vogliono arrivare al conflitto con il pretesto che non si possa raggiungere un accordo sul nucleare. Accordo che gli USA non vogliono affatto, altrimenti non potrebbero giustificare le loro pressioni fatte con sanzioni e minacce.

Le attuali proteste in Iran nate dopo la morte di Masha Aimini hanno dato, che coincidenza, nuova linfa al ricordo alle sanzioni e alle pressioni di Washington contro Teheran. L’unione Europea si è accodata immediatamente. Nonostante a settembre avesse definito ragionevole la risposta di Teheran alla sua proposta di accordo sul nucleare.

Oggi, intanto, l'inviato speciale degli Stati Uniti per l'Iran Rob Malley ha dichiarato senza troppi giri di parole che l'opzione militare era ancora sul tavolo con Teheran.

"Come ha detto il presidente, se tutti gli altri mezzi falliscono, come ultima risorsa, manterrebbe l'opzione militare, molto chiaramente sul tavolo, se è ciò che serve per impedire all'Iran di acquisire armi nucleari", ha detto Malley.

Ma Malley ha ribadito la preferenza dell'amministrazione Biden per il successo degli sforzi diplomatici e ha difeso la continua volontà dell'amministrazione di impegnarsi in colloqui indiretti con l'Iran.

"Non ci scusiamo per aver provato e ancora cercando di fare tutto il possibile per impedire all'Iran di acquisire un'arma nucleare", ha detto durante un webinar con il Carnegie Endowment for International Peace, un think tank con sede a Washington.

Malley ha aggiunto: "Ancora una volta, preferenza per la diplomazia se può funzionare con strumenti di pressione, sanzioni in particolare, ma anche tenere tutte le opzioni sul tavolo nel caso in cui la diplomazia fallisse".

Per quanto riguarda lo stato dei colloqui sull'accordo nucleare, Malley ha affermato che non c’è "nessun movimento" dall'inizio di settembre. Proprio quando l’accordo sembrava fatto.

Pertanto, ha detto, l'accordo non è al centro dell'amministrazione in questo momento. "Non ci concentreremo su qualcosa di inerte, quando stanno accadendo altre cose", ha ricordato Malley, non a caso indicando le proteste antigovernative in Iran e la decisione di Teheran di trasferire i droni in Russia.

Si è affrettato a dire che l'amministrazione non aveva rinunciato alla diplomazia e al tentativo di raggiungere un accordo con l'Iran. "Ma se l'Iran ha preso la posizione che ha preso, non perderemo tempo a concentrarci su quello".

Insomma, un altro fronte di guerra da qui a poco è aperto. Il problema che sarà l’ennesima guerra ai danni degli iraniani, dell’Europa e della sua popolazione.

Cosa fare, è la NATO bellezza…

La Redazione de l'AntiDiplomatico

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