Il governo Meloni e la "promozione" di Moody's
di Alessandro Volpi*
Poveri e promossi. Il governo Meloni esulta per la "promozione", da parte della agenzia Moody's, del debito italiano a Baa2. Si tratta di un piccolo balzo in alto che non avveniva da 23 anni e che comunque lascia l'Italia al quarantacinquesimo posto della "classifica" mondiale. Ma il punto non è questo. Per capre cosa significa la "promozione" bisogna tener conto di due fattori.
Il primo. Moody's è una società privata i cui principali azionisti sono Berkshire di Warren Buffet, BlackRock, Vanguard e State Street, i più grandi gestori del risparmio mondiale.
Il secondo fattore è costituito dai criteri di attribuzione del rating che prevedono un innalzamento quanto più debito e deficit sono bassi.
Ora il governo Meloni ha presentato una Legge di bilancio che elimina di fatto la spesa sociale per ridurre il deficit e portarlo sotto il 3%. In sintesi, se non c'è spesa pubblica, il deficit si riduce e Moody's migliora la pagella.
Ma chi beneficia di tale aumento?
Non ci sono dubbi, non certamente la popolazione italiana che avrà meno servizi pubblici, a cominciare dalla sanità mentre ne traggono un evidente vantaggi propri i grandi gestori del risparmio perché i cittadini privati dei servizi pubblici dovranno indirizzare i loro risparmi ai fondi privati e quindi a BlackRock; Vanguard e State Street che, guarda caso, sono i proprietari di Moody's: è come avere un "arbitro" che è dipendente di una delle squadre in campo, quella della finanza. Bisognerebbe aggiungere che ormai il rating di Moody's non riesce neppure a contenere il costo degli interessi sul debito, destinati comunque a crescere per la concorrenza dei debiti, in lievitazione, degli altri paese.

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