I regali del governo Meloni alle multinazionali: quale sarà la beffa (oltre al danno)
di Alessandro Volpi
Un modello sbagliato.
Nel 2024 ci saranno ben 11 paesi che dovranno essere sanzionati perché non rispettano i vincoli europei sul deficit, per effetto del ripristino del Patto di stabilità, accettato da tutti i governi, Italia compresa. Per provare ad evitare tali sanzioni cosa fa il nostro governo? decide di avviare un piano di privatizzazioni che prevede la cessione di quote di Eni, di Poste e persino di Ferrovie. In pratica si smontano settori strategici, dopo aver già ceduto la rete telefonica, quella autostradale e varie altre infrastrutture. In sintesi, l'Europa inventa regole astruse - sono pochissimi i paesi che hanno un rapporto deficit/Pil inferiore al 3% - e per provare a rispettarle il governo italiano accetta il modello dl turboliberismo vendendo i propri asset strategici ai grandi fondi finanziari. Intanto il Pil è stimato allo 0,6%, a dimostrazione che senza la droga mortale dell'inflazione, l'Italia è ferma anche sul piano dei numeri nominali. Vorrei davvero capire a cosa servono le regole europee dell'austerità quando l'Europa è in profonda crisi, è interessata da conflitti drammatici e, paradossalmente, ha una moneta, l'euro, che il resto del mondo non usa perché rappresenta economie in affanno. Purtroppo, si tratta di una domanda retorica perché queste regole europee servono molto alla finanziarizzazione globale e all'affermazione dei super fondi, pronti a fare facile shopping ovunque.
I grandi regali.
Il governo Meloni stima di dismettere partecipazioni pubbliche per 20 miliardi di euro.
A tale proposito sono utili due considerazioni.
La prima, con questa cessione, lo Stato rinuncerà a 2,5 miliardi di euro di dividendi annui, che verranno trasferiti agli acquirenti delle partecipazioni e dunque ai grandi fondi finanziari. Senza dubbio un bel regalo, a cui si legherà, è facile prevederlo, un massiccio piano di licenziamenti in Ferrovie e Poste, magari, con l'ulteriore riduzione degli uffici postali dei centri minori. Non sarà facile per i Comuni andare a discutere con Black Rock.
La seconda. Il prossimo anno lo Stato italiano dovrà collocare 415 miliardi di euro di debito pubblico. Davvero la cessione di asset strategici come Poste, Ferrovie ed Eni per circa 20 miliardi possono alleviare il costo di tale gigantesco debito ? Oppure la differenza la faranno gli interessi pagati su quel debito?
Certo, se la Bce prosegue nella folle linea dei tassi alti, gli interessi sul debito continueranno a crescere e la liquidità dei fondi potrà comprarsi davvero tutto. Se la Bce avesse invece una politica normale non servirebbe neppure immaginarle le privatizzazioni.