GM, un accordo contraddittorio: vittoria degli operai meccanici statunitensi o del sindacato filo Biden?
di Federico Giusti
"GM riacquisterà 6,8 miliardi di dollari questa settimana, con il saldo entro la fine del prossimo anno"
Wall Street Journal
C'è poco da esultare per l'accordo dei meccanici Usa con le principali case automobilistiche dopo settimane di scioperi e di mobilitazioni, i risultati ottenuti al cospetto delle vertenze europee sono sicuramente positive ma nel contesto statunitense e alla luce della condizioni operaia forse il giudizio è assai meno lusinghiero se pensiamo al 40% di perdita del potere di acquisto negli ultimi lustri e a condizioni lavorative e di vita decisamente deteriorate, alle future pensioni operaie minacciate dalla perdita progressiva del potere di acquisto, al sistema sanitario ostaggio dei privati e delle assicurazioni che pesano non poco sulle esigue buste paga.
Non siamo tra quanti davanti ad un accordo assumono subito una posizione favorevole e/o contraria, siamo abituati a riflettere e a dubitare anche della bontà del nostro operato.
L'entusiasmo della opinione pubblica di sinistra europea è forse dettato da anni di insuccessi e dal ritorno del protagonismo operaio con ragioni sentimentali a prevalere sull'analisi oggettiva dei risultati ottenuti e alla luce del 47% dei voti contrari all'accordo. E l’approccio occidentale alla working class non è internità alla classe ma frutto di una visione romantica avulsa dalla contraddizione tra capitale e lavoro, le classiche infatuazioni di quanti in fabbrica non ci hanno mai messo piede ma pensano di potersi esprimere sulla condizione operaia.
Intanto i dirigenti della General Motors, dopo la firma dell'accordo, annunciano miliardi di dividendi per i loro ricchi azionisti, parliamo infatti non si briciole ma di 10 miliardi di dollari di capitale con aumento dei dividendi azionari del 33%. Settori sindacali su posizioni radicali hanno da subito condannato le ingerenze di Biden e del Partito democratico per la conclusione degli scioperi e un accordo che permettesse alle aziende di riprendere la produzione senza fornire garanzie su mantenimento dei posti di lavoro con la svolta green e l'avvento dell'elettrico.
Attenzione meriterebbero le sovvenzioni degli stati accordati alle aziende meccaniche, ad esempio i 330 milioni di dollari in sovvenzioni dirette dallo stato del Michigan per costruire l'impianto la cui apertura è prevista tra 3 anni . Poi ci sono gli sgravi fiscali (meno tasse in cambio di occupazione) per un valore di circa 775 milioni di dollari in quindici anni
I costi dello sciopero negli Stati Uniti sono stati di circa 1,1 miliardi di dollari, ha detto il CFO Paul Jacobson. "Il costo del bonus di ratifica e di altri elementi del nuovo contratto sono in gran parte compensati nel quarto trimestre", ha detto, riferendosi ai profitti del quarto trimestre. Di conseguenza, GM ha rivisto le previsioni sugli utili di quest'anno da $ 12-$ 14 miliardi a $ 11,7-$ 12,7 miliardi.
Vediamo allora le criticità di questo accordo attraverso alcuni punti sintetici
- le aziende produttrici hanno accordato aumenti, comunque molto inferiori alle richieste iniziali, perchè vogliono scaricare, nei prossimi anni, sui lavoratori i costi della transizione verso i veicoli elettrici lasciando, al contempo, inalterato il continuo arricchimento dell'aristocrazia aziendale e finanziaria.
- GM sta tagliando posti di lavoro nella produzione di auto a guida autonoma Cruise, recentemente ha infatti perso la licenza per operare in California dopo una serie di incidenti.
- molti progetti dell'auto elettrica sono in grave ritardo per la competizione di Tesla e dei marchi cinesi e potrebbero non essere sufficienti gli ingenti aiuti pubblici accordati da Biden. In vista delle prossime elezioni presidenziali il sostegno del sindacato ai democratici potrebbe essere determinante per riconquistare parte di quell’elettorato spostatosi nel passato su posizioni reazionarie ad appannaggio dei repubblicani.
- Quanto agli investimenti promessi molti erano già presenti nel piano di capitale a lungo termine, venduti come una conquista erano invece parte dei progetti aziendali.
- Sono stati annunciati tagli per 2 miliardi di dollari entro la fine del 2024, si dichiarano ridotti costi per i salariati e minori spese generali non meglio definite.
- nell'accordo non si mettono paletti a delocalizzazioni produttive che potrebbero costringere gli operai a mantenere il posto solo trasferendosi in siti distanti migliaia di km da casa così come non è stato affrontato il dumping salariale tra stabilimenti (e quindi la forza lavoro più pagata potrebbe non trovare posto rappresentando un costo "eccessivo"
- sono rimaste lettera morta le rivendicazioni in materia di spesa sanitaria e interventi per accrescere le pensioni
- non sono stati costruiti limiti all’utilizzo di manodopera a basso costo attraverso appalti di produzioni e si annunciano salari per i neo assunti inferiori di $ 25 l'ora (Job cuts and speedup planned after UAW pushes through sellout contracts - World Socialist Web Site (wsws.org)) .