Frank Iodice: una vita di resistenza consacrata ai libri

Frank Iodice: una vita di resistenza consacrata ai libri

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di Eleonora Di Bernardini

 

Da bambino, Frank Iodice ha subito gravi molestie in un istituto religioso in provincia di Salerno (oggi chiuso). Esperienza raccontata in Un perfetto idiota, la storia di un guardiano notturno che realizza il sogno di aprire una biblioteca per bambini abbandonati. Tema che viene ripreso anche nell’ultimo romanzo, La città del cordoglio, ambientato nella Napoli degli Anni ‘50, che affronta la tematica dell’infanzia ancora più nel dettaglio. Il libro ruota intorno al concetto di ereditarietà della colpa.

I numerosi volumi in lingua originale, ereditati dalla famiglia materna di ritorno dal Sud America, gli permettono di appassionarsi allo studio delle lingue straniere, grazie a un metodo autodidatta che consiste nel confrontare le varie traduzioni di una stessa opera e cimentarsi nella riscrittura dell’epilogo. Il suo primo libro, Lo scopritore d’America, narra la storia di suo nonno, Gennaro Gallo, emigrante in Venezuela nel dopoguerra. Ecco come ne parla in un’intervista:

 

“Ho iniziato a lavorare con le parole quando avevo dodici anni seguendo mio padre nelle redazioni dei giornali della mia città. Lavoravamo gratis. Regalavamo la nostra passione con l’abbondanza dei gamberi nelle nasse: non la potevamo contare, ma sentivamo bene il peso. Mio padre scriveva solo con gli indici, il rumore di quelle prime tastiere semi automatiche risuona ancora nella testa ogni volta che mi siedo alla scrivania. Sono cresciuto rifugiandomi nella lettura, amando autrici e autori che, in un modo o nell’altro, mi hanno cambiato la vita. Ho ereditato molti libri da mio nonno, soprannominato lo scopritore d’America, emigrante in Venezuela, il paese in cui è nata mia madre. Da bambino giocavo a riscrivere il finale dei romanzi, leggevo le versioni in spagnolo o in francese e poi quella in italiano. Mi piaceva perdermi nelle infinite sfumature linguistiche che potevano rendere una stessa immagine”.

 

A diciott’anni inizia a trascorrere lunghi periodi all’estero, perlopiù Francia e Stati Uniti. Si laurea in Lingue e Letterature Straniere, con una tesi sulla Follia nella letteratura fantastica. Si stabilisce nel sud della Francia, a Nizza, dove si dedica alla fotografia esponendo in gallerie e caffè, tra cui il Museaavv e il Virgin Café, col Club Artisti franco-italiano, coordinato dalla pianista ferrarese Beatrice Bregoli Orts. Conduce una vita molto travagliata, per via delle ristrettezze economiche. Tuttavia, inizia a dedicarsi con sempre più costanza alla sua attività letteraria. Nel 2006 parte per Siviglia, poi si trasferisce ad Alicante. Qui fonda la Cisne Foto Creation, uno studio fotografico, in collaborazione con un fotografo di Lorca e un attore di teatro italiano, in seguito protagonisti del romanzo La folle vita di uno scrittore.

Vive per un anno nello studio fotografico, un loft in Calle Virgen del Socorro, sulla Playa del Postiguet. Per mantenersi e affrontare le spese delle attrezzature, lavora di notte come controllore di volo in aeroporto. Nel 2008 parte a bordo di una nave da crociera come addetto al servizio clienti. Durante il secondo imbarco, è costretto a sbarcare d’urgenza e viene operato presso l’ospedale di Pirgos, in Grecia. Appena rimpatriato, s’imbarca nuovamente, su una nave traghetto che fa linea tra Nizza, Marsiglia e Bastia. Racconta queste esperienze in una serie di racconti apparsi su riviste letterarie italiane e francesi, raccolti nel volume La fabbrica delle ragazze.




Riceve apprezzamenti da intellettuali e scrittori, tra i quali Teodoro Giùttari (“Iodice è, secondo me, un narratore fantastico per caso. Come autore, appare un uomo molto vissuto, che ne ha viste di tutti i colori. Non fa mai il drammatico poiché è l’uomo che non può meravigliarsi di nulla... nemmeno degli asini che volano. Potrebbe essere definito anche un narratore umoristico”); Giampiero Dalle Molle (“Racconti che si fanno apprezzare per le immagini di grande impatto”); Domenico Notari (“Un vero scrittore”); Gordiano Lupi (“Per dire quanto siamo provinciali noi italiani, Frank Iodice ha una pagina Wikipedia in inglese, ma non esiste la corrispettiva italiana”); Rino Mele (“Personaggi femminili indimenticabili”); Caterina Ceccuti (“Uno di quegli autori che potrebbe piacere a Laura Pariani, nella misura in cui è perennemente affamato di realtà”) e altri.

Sulla Rivista Sìlarus leggiamo, a firma della direttrice Lorenza Rocco: “Iodice percorre il doppio binario di giornalismo e letteratura. Alle due attività si dedica con il medesimo, appassionato fervore, con la stessa curiosità e perspicacia. Ne consegue che i suoi contributi giornalistici assurgono a una non comune dignità letteraria e la sua narrativa ha tutta l’immediatezza della prosa giornalistica”.




Ottiene un visto di cinque anni per lavorare negli Stati Uniti, nel settore marittimo. Ma una volta lì, svolge in nero i lavori più disparati, tra cui il cartello umano, il lavapiatti, l’autista di un anziano poeta cieco, e ne fa tesoro per i suoi futuri romanzi, in particolare per Le api di ghiaccio, in cui ritrae la figura del vecchio poeta e marinaio Pancrazio Farabosc, che fugge da una casa di cura per anziani il giorno del suo ottantaseiesimo compleanno. Di ritorno a Nizza, continua a cambiare continuamente lavoro. Insegna italiano in piccole scuole private, ma spesso svolge il mestiere di guardiano notturno, che gli permette di vivere due vite parallele e di continuare a seguire la sua vocazione. Per lui la notte diventa una sorta di sfida: “Quella del veilleur de nuit è una vita di resistenza”. Sono numerose le altre esperienze lavorative, tutte molto diverse tra loro, a prova del suo continuo bisogno di sperimentare per scrivere. È infatti inscindibile la sua opera dalla sua vita. Il suo indirizzo a Nizza è in rue de Foresta, alle spalle del porto, in uno degli antichi edifici sopravvissuti alle demolizioni per la linea del tram. L’appartamentino, ex cella degli uffici della dogana, è descritto in racconti pubblicati su riviste come Crapula Club, Sagarana, Storie All Write, Il Foglio letterario, sotto svariati pseudonimi, tra i quali: Frank Gallo, Gennaro Gallo, Franco Gallo, Abraham Gal... Scrive per giornate intere nelle brasserie e beve pastis. Il gestore del Café Sully, in Place Garibaldi, allestisce un tavolino per lui in un angolo con un abat-jour e dei libri.




Nel maggio 2014 appare in spagnolo sulla Revista de la Biblioteca Nacional de Uruguay, il racconto Bréve dialogo sobre la felicidad. Si tratta di un testo ispirato all’incontro con José Mujica, ex Presidente della Repubblica Orientale dell’Uruguay. Scritto nella forma del dialogo socratico, la trama vede un vecchio e un giovane conversare sull’importanza del proprio tempo e sull’amore per le piccole cose. Per scriverlo, trascorre diversi mesi a Montevideo, in attesa d’incontrare di persona il “presidente povero”. L’editore pugliese Cosimo Lupo e la sindaca di Corigliano d’Otranto, Ada Fiore, sovvenzionano il viaggio. Vive in Calle Susana Pintos, presso una famiglia incontrata sul posto. Oltre a intervistare “el Pepe”, tocca con mano la realtà dei cantegriles uruguaiani e la povertà in cui vivono migliaia di bambini. Il racconto ne diviene una testimonianza. Massimo Beccarelli su L’Espresso: “Un libro che non dovrebbe mancare nella biblioteca ideale delle nuove generazioni”.

Rientrato in Francia, autotraduce il testo in italiano e in inglese, e insieme alla traduttrice Félicia Lignon fonda Articoli Liberi, un’associazione culturale no profit nata per donare libri in varie lingue a bambini che vivono realtà difficili, o in povertà. Lignon inizia la traduzione in francese dei suoi romanzi. Collaborano con altri autori e autrici che aderiscono all’associazione, nonché con illustratori di fama internazionale, tra i quali Cristina Troufa, Kelly Wilder, Gary Taxali e Fernando Cobelo.

Nel 2016, presso il Comune di Nizza, ci siamo sposati. Ci eravamo conosciuti durante un imbarco, lui lavorava al servizio clienti, mentre io ero nell’ufficio di fronte al suo, quello per le escursioni. Giocavamo a telefonarci da una parte all’altra della hall. A Nizza, facevo anch’io l’“artista”, ero una creatrice di bijoux. Passavamo giornate intere davanti alle nostre creazioni, completamente immersi nei nostri mondi, prima che si fondessero tra loro. Pochi mesi dopo siamo ripartiti insieme per gli Stati Uniti. 

Stavolta ottiene un visto che gli permette di prendere parte a un programma di “Teaching Assistantship” alla Florida State University, su invito del Dipartimento di Italian Studies. Ha l’occasione di approfondire i suoi studi di cultura italiana e dare a sua volta corsi di lingua. Tiene alcune presentazioni e conferenze, come previsto dal programma. Durante una di queste, a Jacksonville, incontra Giada Biasetti, Associate Professor presso l’Augusta University. Tra i vari progetti, curano l’autotraduzione in inglese di A Perfect Idiot e un articolo accademico sulla traduzione letteraria, intitolato How do we translate emotions. Organizza altre conferenze per diffondere gratuitamente il Brief Dialogue on Happiness. Si prospetta un periodo fecondo per la sua carriera, ma rinuncia ai progetti negli U.S.A. per fare ritorno in Europa. Sta per nascere nostra figlia, Matilda, è il ventuno agosto 2017. Esattamente cinque anni fa…


 

Nel frattempo, Anne et AnneLe api di ghiaccio vengono adottati in un Corso di Letteratura Italiana Contemporanea, presso la Florida State University, insieme ai romanzi di Erri De Luca e Massimo Carlotto. Anne et Anne viene inoltre inserito nella raccolta collettiva L’intimo delle donne, un eBook nato per denunciare la violenza di genere.

 

Nel 2018, pubblica La meccanica dei sentimenti, ambientato a Parigi, un romanzo sulla maternità, dalle tinte noir. Nello stesso anno pubblica un romanzo storico, Matroneum, la storia di Camilla Faà Gonzaga, tratto dal primo testo autobiografico di una donna italiana, per la prima volta riscritto in prima persona in una versione ampliata e romanzata. Un articolo intitolato Camilla Gonzaga che osò firmare col suo nome, appare su Leggendaria. Nel 2021 traduce dallo spagnolo il libro di Silvana Marconi, Sopravvissuta, una testimonianza toccante sulla violenza di genere, e ne cura l’edizione italiana, con l’introduzione di Marta Occhipinti, blogger e giornalista de La Repubblica Palermo.

È stato ospite a Salerno Letteratura, Firenze RiVista, Writers Weekend, Festival della Letteratura Italiana di Bordeaux. Scrive su riviste cartacee e online, come Face Magazine o Leggere:tutti, e collabora col Dipartimento di Lingue dell’Augusta University per la diffusione gratuita di libri in zone disagiate. Tutti i suoi romanzi celebrano antieroi, individui marginali che cercano il proprio posto nel mondo. I più recenti, I disinnamorati e Gli impotenti, sono ambientati a Nizza, città francese protagonista di gran parte delle sue opere.

 

Sulla sua scrittura, dice: 

Il mio legame con l’Italia è diventato col tempo un legame linguistico. A volte ho l’impressione di vivere nella lingua, che trasformo e investigo. Scrivo perché non saprei cos’altro fare, perché mi fa sentire a casa, e perché è così che mi hanno insegnato ad amare. Sono cresciuto in una città di narratori, a Napoli tutto è racconto, ciò che accade e ciò che potrebbe accadere. Qualsiasi fatto, anche il più banale e quotidiano, diventa una storia. È come se raccontare la vita la rendesse più affascinante, la allungasse”.

 

A gennaio del 2022, a seguito della scomparsa prematura di sua madre, decide di smettere ogni collaborazione e fonda Articoli Liberi Rivista di culture e letterature, dapprima online, poi anche un trimestrale cartaceo.

Dopo circa vent’anni trascorsi tra Nizza e gli Stati Uniti, Frank si è stabilito ad Annecy, in Alta Savoia. “Finalmente siamo una famiglia”. Un giorno lascerà a Matilda la sua biblioteca, da lui definita: “la mia unica eredità fatta di carta”.


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