“Evocano i campi di concentramento nazisti": il Venezuela sulle deportazioni USA in El Salvador
La decisione degli Stati Uniti di dichiarare "nemici stranieri" centinaia di migranti venezuelani ha acceso nuove tensioni con Caracas. La misura, basata su una legge del 1798 raramente applicata, consente l'arresto e la deportazione di cittadini venezuelani legati al gruppo criminale 'Tren de Aragua'. Il presidente Nicolas Maduro ha condannato la decisione, definendola una violazione dei diritti umani e un pericoloso precedente. Il governo venezuelano ha inoltre affermato che questa misura "evoca i campi di concentramento nazisti", sottolineando la gravità della decisione.
Il governo venezuelano ha lanciato un appello urgente alla Comunità di Stati Latinoamericani e Caraibici (CELAC) per denunciare la misura e tutelare i propri cittadini all'estero. Inoltre, accusa l'opposizione venezuelana di aver promosso queste azioni per favorire sanzioni contro il Paese. Parallelamente, il presidente di El Salvador, Nayib Bukele, ha accolto la deportazione di 238 migranti, destinati al Centro di Confinamento del Terrorismo (CECOT).
La mossa ha suscitato critiche internazionali, con accuse di trattamenti degradanti e violazioni del diritto alla difesa. Caracas ribadisce che la narrazione sul 'Tren de Aragua' in USA sarebbe stata costruita per giustificare politiche migratorie repressive e sostiene che la vera causa dell'emigrazione venezuelana sia l'impatto delle sanzioni statunitensi. Il dibattito rimane aperto, mentre la comunità internazionale osserva con crescente preoccupazione.
*Tratto dalla newsletter quotidiana de l'AntiDiplomatico dedicata ai nostri abbonati
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