Esperimenti medici segreti sui Nativi in Canada: una causa per dimostrare che succede ancora oggi

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Esperimenti medici segreti sui Nativi in Canada: una causa per dimostrare che succede ancora oggi

 

di Raffaella Milandri*

 

Deve essere chiaro: mi adopero perché ciò che è successo e succede ai Nativi del Nord America sia divulgato, non solo per interesse dei popoli coinvolti ma per evitare che tali soprusi possano colpire chiunque, qualunque comunità, nel momento in cui un interesse “superiore” di governi o di enti sovranazionali decida che esseri umani siano “sacrificabili” in barba a diritti civili e internazionali.

La storia si ripete? Una causa collettiva, certificata all'inizio di febbraio 2024 dalla Corte Suprema della Nova Scotia, in Canada, fa rivivere la dolorosa storia di un governo che ha condotto esperimenti medici sui popoli indigeni e la persistente discriminazione che essi continuano ad affrontare nel sistema sanitario del Paese. Ma facciamo insieme un passo indietro.

Esperimenti sulla popolazione indigena del Canada

A partire dalla fine dell’Ottocento, gli studenti di varie scuole residenziali indiane canadesi (Indian residential schools) furono utilizzati come cavie involontarie in una serie di efferati esperimenti[1], e tra questi in studi sull'alimentazione, secondo quanto riportato dalla Truth and Reconciliation Commission of Canada.

Agli studenti veniva somministrato più o meno latte, ad alcuni venivano date compresse di vitamina C (e ad altri no), ad alcuni veniva data farina arricchita di vitamine e ad altri no. L'intento era quello di determinare se questi interventi dietetici riducessero l'incidenza di varie malattie. Ma agli studenti sottoposti agli esperimenti non è mai stata data la possibilità di condividerne i benefici e, in alcuni casi, ai bambini è stato negato l'accesso alle cure dentistiche o agli integratori di ferro. Inoltre, sono stati utilizzati come soggetti di ricerca senza il loro consenso o quello dei loro genitori.

Tali esperimenti sull’alimentazione in particolare sono stati condotti dal Department of Pensions and National Health (oggi Health Canada) negli anni '40 e '50. Gli esperimenti sono stati condotti su almeno 1.300 persone indigene in tutto il Canada, di cui circa 1.000 erano bambini. Le molte morti legate agli esperimenti sono state descritte come parte del genocidio canadese delle popolazioni indigene.

Esperimenti sull’alimentazione

Gli esperimenti coinvolgevano indigenti comunità indigene isolate e scuole residenziali indiane ed erano progettati per rilevare l'importanza relativa e i livelli ottimali delle vitamine e degli integratori nutrizionali appena scoperti all’epoca. Essi includevano una malnutrizione deliberata e prolungata e, in alcuni casi, la negazione dei servizi dentistici. Il Governo del Canada era a conoscenza della malnutrizione nelle sue scuole residenziali e ha concesso l'approvazione per l'esecuzione di esperimenti nutrizionali sui bambini[2]. Gli esperimenti sulla alimentazione condotti sui bambini indigeni nelle scuole residenziali sono venuti alla luce nel 2013 grazie alla ricerca dello storico dell'alimentazione Dr. Ian Mosby[3].

L'obiettivo inizialmente era quello di indagare i modelli di alimentazione e gli stati nutrizionali degli Indigeni delle comunità scelte, somministrando test fisici, esami del sangue e radiografie. Fu notata una grave malnutrizione, tra le altre anche nelle comunità Cree del nord, dove era presente una alta mortalità infantile (otto volte il tasso nazionale).

Recenti ricerche sulla storia dell'alimentazione hanno indicato che la malnutrizione dei bambini nelle scuole residenziali era intenzionale, come dimostra la consapevolezza del governo canadese della malnutrizione nei bambini delle scuole residenziali prima dell'inizio degli esperimenti[4]. Altri esperimenti con i bambini indigeni includevano la riduzione deliberata delle razioni di latte a meno della metà della quantità raccomandata per due anni, la fornitura ad alcuni bambini di integratori di vitamine, iodio e ferro, ma non ad altri, il calo indotto dei livelli di vitamina B1, e una scuola non ha fornito alcun integratore ad alcuno studente, al fine di stabilire una linea di base rispetto ai risultati raccolti da altre scuole[5].  Nel 1947-48 fu portato avanti il James Bay Survey, che ampliò il precedente studio facendo ricorso a antropologi, medici, un dentista, un fotografo medico e un tecnico dei raggi X. 

Nel 1948, in un comunicato stampa che promuoveva lo studio condotto nelle comunità indigene e nelle scuole residenziali indiane, l’Ufficio canadese degli Affari Indiani, dichiarò: “Gli indigeni hanno abbandonato le abitudini alimentari native dei loro antenati e hanno adottato una dieta che manca di valori alimentari essenziali, li porta alla malnutrizione e li lascia preda della tubercolosi e di altre malattie. L'uomo bianco, che involontariamente è responsabile del cambiamento delle abitudini alimentari degli Indiani, ora sta cercando di salvare l'uomo rosso indirizzandolo verso canali alimentari adeguati...”[6].

Racconta un sopravvissuto, Ray Silver, ex studente della scuola residenziale di Alberni, nel British Columbia, alla Truth and Reconciliation Commission of Canada: “Noi bambini, di nascosto dalla scuola, dovevamo camminare per circa un miglio, attraversare di nascosto il ponte e andare a una discarica e raccogliere mele mezze marce, che non erano più buone da vendere, ma noi bambini che stavamo morendo di fame, andavamo lì e raccoglievamo quella roba, riempivamo le nostre magliette e correvamo indietro attraverso il ponte e tornavamo alla scuola”.[7]

 La causa collettiva del 2018

Una causa collettiva è stata intentata contro il Governo canadese per conto di un gruppo di indigeni che sostengono di essere stati sottoposti a esperimenti medici nelle scuole residenziali indiane e nei sanatori senza il loro consenso. “Procedure mediche ed esperimenti inappropriati sono stati condotti dal Governo del Canada o dai suoi rappresentanti, a partire dagli anni '30 e fino agli anni '70”, si legge nella causa, depositata a maggio 2018 in un tribunale del Saskatchewan.

Tony Merchant, avvocato del gruppo Merchant Law, ha dichiarato: “Gli indigeni canadesi sono stati oggetto di test medici forzati e immorali e meritano un risarcimento per questo trattamento crudele". Ha aggiunto che sono stati praticati su di loro interventi chirurgici diversi dal modo in cui i canadesi non-indigeni venivano trattati. La causa chiede un risarcimento finanziario per gli indigeni colpiti.  C’è da dire che questa non è la prima causa collettiva sul trattamento del Canada nei confronti dei popoli indigeni in relazione alle cure mediche (e alle scuole residenziali e le loro vittime). A gennaio 2018, una donna di Edmonton ha intentato una causa contro il Canada denunciando abusi nei 29 “Ospedali Indiani” per indigeni gestiti dal Governo federale dal 1945 fino alla chiusura dell'ultimo nel 1981. La sua dichiarazione di rivendicazione afferma che i pazienti indigeni hanno subito aggressioni fisiche e sessuali, sono stati privati di cibo e bevande, alimentati a forza con il loro stesso vomito e trattenuti a forza nei loro letti.[8] 

2024: la Pictou Landing First Nation accusa due radiologi di esperimenti medici segreti

Per questa causa, che fa rivivere la dolorosa storia del Canada che conduce esperimenti medici sui popoli indigeni, occorre dire che non è ancora arrivata in tribunale e la leader della Pictou Landing First Nation della tribù Mi'kmaq sta ancora raccogliendo prove e testimonianze per poter procedere e accedere al dibattito.

I membri di questa First Nation affermano nella causa che i radiologi li hanno sottoposti ad uno studio segreto senza che ne fossero a conoscenza o che avessero dato il loro consenso e che li ha fatti sentire “violati e umiliati”. In una dichiarazione di rivendicazione, depositata presso la Corte Suprema della Nova Scotia  nel giugno 2020 e certificata come azione collettiva il 7 febbraio 2024, il Capo Andrea Paul, il principale querelante, afferma che lei e altri 60 membri della Pictou Landing First Nation hanno partecipato a una risonanza magnetica nel marzo 2017 presso il QEII Health Sciences Centre di Halifax per un progetto di ricerca medica amministrato dalla Canadian Alliance for Healthy Hearts and Minds. Ma dopo la fine del test, il personale dell'ospedale di Halifax l'ha trattenuta per un secondo test senza che lei ne fosse a conoscenza o avesse dato il suo consenso. Un anno dopo, Paul, che ricopre anche il ruolo di capo regionale per l'Assemblea delle First Nations in Nova Scotia, ha appreso che due radiologi avevano presumibilmente utilizzato la seconda procedura per condurre l'elastografia a risonanza magnetica per studiare il fegato di soggetti indigeni, senza il loro consenso.

Paul è venuta a conoscenza dei test segreti il 21 giugno 2018 e in seguito ha incontrato Miller e Clarke. Miller, professore associato presso la facoltà di medicina della Dalhousie University e in precedenza presidente dell'Associazione canadese di Radiologia, le avrebbe detto che i risultati erano stati condivisi in una conferenza di radiologia ad Halifax, dopo aver inizialmente negato la divulgazione dei risultati del test. Lo studio era intitolato: "Risultati di risonanza magnetica di malattie del fegato in una prima nazione del Canada Atlantico"(MRI Findings of Liver Disease in an Atlantic Canada First Nations Population).

La causa collettiva ha nominato i radiologi Robert Miller e Sharon Clarke di Halifax come imputati. Né i ricercatori della Canadian Alliance for Healthy Hearts and Minds né i querelanti hanno ricevuto i risultati del test. Nel testo della dichiarazione si legge: “Conoscendo la lunga storia in cui gli Indigeni in Canada sono stati sottoposti a esperimenti medici crudeli... e per confermare il diritto degli Indigeni a possedere e controllare i dati della ricerca sugli Indigeni, il Andrea Paul si è sentita impotente, vulnerabile e discriminata perché Mi'kmaq”. "C'è una sfiducia storica e basata su prove nel sistema sanitario", si legge nella denuncia, in cui Paul afferma di aver lavorato per convincere i membri della comunità a partecipare all'esame iniziale di risonanza magnetica e che le azioni dei due radiologi sono emblematiche della sfiducia delle comunità indigene.

Paul e 60 membri di Pictou Landing accusano gli imputati per invasione della privacy, detenzione illegale, negligenza, violazione del dovere fiduciario, violazione del contratto, aggressione e percosse per aver presumibilmente tenuto i partecipanti all'interno dello spazio ristretto della macchina per la risonanza magnetica più a lungo di quanto avrebbero dovuto. Inoltre, i radiologi sono accusati di non aver avvisato immediatamente i partecipanti dei gravi problemi di salute scoperti durante le scansioni MRI aggiuntive. Sostengono inoltre che i test equivalgono a un'aggressione e a una violenza, perché le procedure di risonanza magnetica “equivalgono a una procedura medica eseguita sui querelanti senza la loro conoscenza o il loro consenso informato”. L’avvocato dei due radiologi, Harry Thurlow, ha dichiarato che nessuno dei due fornirà commenti. Nessuna delle accuse è stata verificata in tribunale e non sono ancora state fissate date di udienza.[9]

 

* Scrittrice e giornalista, attivista per i diritti umani dei Popoli Indigeni, è esperta studiosa dei Nativi Americani e laureata in Antropologia. Membro onorario della Four Winds Cherokee Tribe in Louisiana e della tribù Crow in Montana. Ha pubblicato oltre dieci libri, tutti sui Nativi Americani e sui Popoli Indigeni, con particolare attenzione ai diritti umani, in un contesto sia storico che contemporaneo. Si occupa della divulgazione della cultura e letteratura nativa americana in Italia e attualmente si sta dedicando alla cura e traduzione di opere di autori nativi.

 

Note

[1] Per approfondire la lista degli esperimenti occorre leggere il report del 2001 della Truth and Reconciliation Commission of Canada oppure il saggio “Le scuole residenziali indiane”, inchiesta della autrice dell’articolo pubblicata da Mauna Kea Edizioni nel 2023.

[2] https://www.cbc.ca/news/canada/thunder-bay/aboriginal-nutritional-experiments-had-ottawa-s-approval-1.1404390

[3] https://www.theglobeandmail.com/news/national/hungry-aboriginal-kids-adults-were-subject-of-nutritional-experiments-paper/article13246564/ 

[4] https://www.cbc.ca/news/canada/thunder-bay/residential-school-nutrition-experiments-explained-to-kenora-survivors-1.3171557

[5] I medici coinvolti nell’esperimento e altri dettagli si possono trovare in: Library and Archives Canada, House of Commons Special Committee, RG10, "Special Committee on Postwar Reconstruction and Re-establishment of Indian Population", volume 8585, file 1/1-2-17, May 24, 1944.

[6] Fonte: Library and Archives Canada, RG 29, “Indians in North Forsake Health-Giving Native Diet”, volume 2986, file 851-6-1, January 14, 1948

[7] Truth and Reconciliation Commission of Canada, (2015) “The survivors speak : a report of the Truth and Reconciliation Commission of Canada”.  

[8] https://globalnews.ca/news/4202373/indigenous-people-medical-experiments-canada-class-action-lawsuit/  

[9] SI possono trovare articoli su questa vicenda su diversi quotidiani, tra cui The Guardian e Global News, a partire dal 26 febbraio 2024

Raffaella Milandri

Raffaella Milandri

 

Scrittrice e giornalista, attivista per i diritti umani dei Popoli Indigeni, è esperta studiosa dei Nativi Americani e laureata in Antropologia.
Membro onorario della Four Winds Cherokee Tribe in Louisiana e della tribù Crow in Montana. Ha pubblicato oltre dieci libri, tutti sui Nativi Americani e sui Popoli Indigeni, con particolare attenzione ai diritti umani, in un contesto sia storico che contemporaneo. Si occupa della divulgazione della cultura e letteratura nativa americana in Italia e attualmente si sta dedicando alla cura e traduzione di opere di autori nativi. Attualmente conduce un programma radiofonico sulla musica nativa americana, "Nativi Americani ieri e oggi" e cura la riubrica "Nativi" su L'AntiDiplomatico.

 

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