Daniele Luttazzi - Unità 8200: il ruolo di ex spie israeliane dentro Meta, Google, Microsoft, Amazon e TikTok
La reporter Nbc Gili Malinsky era un’ufficiale Idf al dipartimento Relazioni pubbliche. Si occupò anche del marketing della Fidf (Friends of the Israeli Defense Forces), un gruppo statunitense che raccoglie fondi per l’Idf. Noga Even diventò manager alla Nbc dopo aver lavorato all’ambasciata israeliana negli Stati Uniti. Benji Stawsky viene dal Tamid, un gruppo che mette in contatto studenti universitari con aziende israeliane; dalla Cnn approdò alla Nbc. Il vicepresidente di Nbc Universal, Danny Bittner, era direttore regionale della Bbyo (B’nai B’rith Youth Organization), il cui motto è: “Dalla parte di Israele e del suo diritto a difendersi”. Brandon Glantz, dirigente di Nbc Universal, lavorava per la Hillel International, la più grande organizzazione universitaria ebraica. Altre lobbiste pro Israele alla Nbc: Yelena Kutikova (lavorò 3 anni alla Uja-Ny, un gruppo che raccoglie fondi per costruire insediamenti ebraici illegali in Palestina; documenti interni Uja consigliavano di diffondere la falsa notizia degli stupri di Hamas per contrastare le critiche ai massacri israeliani a Gaza); Samantha Subin: giornalista finanziaria, collaborò con il Washington Institute for Near East Policy (Winep, una costola dell’Aipac), poi col Tamid; Alana Heller (Aipac); Sara Bernstein (Hillel); Sarah Poss: era alla Anti-Defamation League (Adl), un’organizzazione che si spaccia per antirazzista, ma usa l’accusa di antisemitismo per proteggere Israele dalle critiche (per esempio etichetta come antisemite le marce pro-Palestina). Moshe Arenstein, dirigente Ms Nbc, era un ufficiale dell’intelligence Idf. Sorpresa sorpresa: dopo il 7 ottobre, Ms Nbc sospese senza spiegazioni gli unici tre conduttori musulmani, Ayman Mohieddine, Ali Velshi e Mehdi Hasan.
di Daniele Luttazzi -Nonc'èdiche
Fatto Quotidiano - 22 novemebre 2024
Riassunto delle puntate precedenti: il giornalista Alan MacLeod ha scoperto che le notizie dei media statunitensi sull’offensiva israeliana in Palestina, Libano, Yemen, Iran e Siria sono in mano a un network di ex spie ed ex lobbisti israeliani che militano nelle redazioni Usa più influenti. Manipolano l’opinione pubblica: cancellano i crimini di Israele e creano consenso al coinvolgimento Usa nel genocidio in corso. MacLeod: “Poiché Israele non potrebbe continuare le sue guerre senza l’aiuto americano, la battaglia propagandistica è importante quanto le azioni sul campo. Molti dei principali giornalisti che ci forniscono notizie su Israele/Palestina sono letteralmente ex agenti dell’intelligence israeliana”.
Le ex spie arrivano dall’Unità 8200, la divisione militare israeliana che si occupa di spionaggio, sorveglianza, guerra informatica e operazioni coperte. Vale anche per il web: sono centinaia quelle assunte da Meta, Google, Microsoft, Amazon e TikTok. Ne è un esempio Emi Palmor, ex Unità 8200: oggi è nel Consiglio di vigilanza di Meta, il comitato che decide quali contenuti consentire e quali sopprimere sui social di Zuckerberg (Meta è accusata da Human Rights Watch di cancellare sistematicamente le voci palestinesi sulle sue piattaforme: oltre 1.000 casi di palese censura anti-palestinese solo nell’ottobre e nel novembre 2023). Un altro esempio di ex Unità 8200 a Meta è Asaf Hochman, già capo delle strategie commerciali globali di TikTok.
Oltre alle ex spie, i media Usa sono una sentina di ex lobbisti israeliani. Cominciamo dalla Nbc. Ci troviamo Kayla Steinberg, che scriveva di essere “orgogliosamente pro Israele” quando lavorava all’Aipac (American Israel Public Affairs Committee), la lobby israeliana più potente negli Stati Uniti. Aipac nell’ultimo ciclo elettorale ha distribuito 100 milioni di dollari a 362 candidati sionisti: tutti eletti. E ha speso 30 milioni di dollari per battere alle primarie Jamal Bowman e Cory Bush, critici di Israele.