Nuove prove che il Covid-19 è fuoriuscito da Fort Detrick, USA
"Casa dolce casa". La propaganda senza limiti per lo "smarworking"
Le case non sono tutte uguali. Limitarsi ad affermare il principio di eguaglianza significa di fatto votarsi alle diseguaglianze e all'ingiustizia.
Le diseguaglianze non sono "statiche", soprattutto quando le parti in causa hanno forza differente: se ti limiti a guardare o a enunciare un principio, la diseguaglianza si accentua e la parte debole lo sarà ancora di più fino a soccombere.
Ecco perché si dice che il diritto del lavoro sia un diritto "diseguale" (più di altri!): perché interviene attivamente mettendo in campo azioni diseguali, protettive dei deboli. O quantomeno così dovrebbe essere e così era un tempo.
La logica risponde al secondo comma dell'art. 3 della Costituzione che pone in capo alla Repubblica l'obbligo di rimuovere gli ostacoli alla eguaglianza dei lavoratori.
Riconoscere a tutti il diritto di lavorare da casa è un enunciato, un principio statico. Le case delle persone sono molto diverse tra loro e dunque le condizioni di lavoro. Ci sono ville con giardino e monolocali in condomini affollato. Ci sono single nei loft e famiglie numerose in un seminterrato.
Non fare nulla, limitandosi ad esprimere un principio, è assolutamente inadeguato. Le diseguaglianze prevarranno e l'ingiustizia sarà il nuovo "diritto", la nuova regola (mica tanto nuovi, purtroppo). CONTRO LO SMART WORKING: https://www.laterza.it/scheda-libro/?isbn=9788858144442