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Stanno circolando in queste ore articoli e dichiarazioni che tentano di smentire la notizia riportata ieri un po' in sordina dai principali quotidiani, secondo cui in Italia sarebbero arrivate molte meno dosi del vaccino anti covid rispetto alla Germania: 9750 contro 150000.
Non so se per sia malafede, per disonestà intellettuale o per semplice stupidità, ma negli articoli e nelle dichiarazioni (in particolare di Arcuri e di Speranza) l'enorme discrepanza viene descritta come un "anticipo" che la Germania avrebbe ricevuto. Non ci sarebbe dunque nessuno squilibro, perché alla fine l'Italia riceverà la sua quota di dosi proporzionalmente alla sua popolazione.
Ci sarebbe da chiedersi perché proprio la Germania abbia ricevuto da subito questo "anticipo" e non invece la Francia, la Spagna o l'Italia, paesi di gran lunga più sofferenti in termini di vittime e di contagiati. Ma il problema principale mi pare un altro: la campagna di vaccinazione è anche una battaglia contro il tempo e i conti delle dosi non si fanno alla fine, si fanno subito. Dopo si contano i morti e i danni.
Poter vaccinare in anticipo la propria popolazione significa per la Germania poter ritrovare una condizione di benessere prima degli altri, sia in termini sanitari che in termini economici. I tedeschi lo sanno e fanno valere le proprie ragioni a discapito degli altri.