Un effetto (poco conosciuto) sul corpo del lockdown. Intervista al dott. Saverio Sansone

Un effetto (poco conosciuto) sul corpo del lockdown. Intervista al dott. Saverio Sansone

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di Francesco Santoianni


 
Scomparse le salme in TV, sta acquistando sui media italiani una sinistra popolarità la proposta di un altro “esperto” in COVID: tale Xavier Rodó che, dall’alto del suo blasonato “Barcelona Institute for Global Health”,  per prevenire un fantomatico ritorno del COVID, propone  altri due mesi di lockdown.

Sulla sostanziale inutilità, dal punto di vista sanitario, del lockdown rimandiamo al libro del prof. Giulio Tarro “COVID: il virus della paura”; qui approfondiamo una conseguenza  poco nota di questa vessatoria imposizione – la permanente compromissione della postura - intervistando il dott. Saverio Sansone che su questo argomento ha, in questi giorni, pubblicato un approfondito studio.
 

Due mesi chiusi in casa a ciabattare tra divano, frigorifero e TV; ne siamo usciti tutti ingrassati, flaccidi e spenti. Un po’ di sport e lunghe camminate per rimettersi in sesto?

 "Certo, riprendere a vivere, a muoversi, a relazionarsi con gli altri è la strada maestra. Due mesi chiusi in casa a convivere con la paura e il disorientamento di un eccesso di informazione, visto quello che passava in TV, sulla Rete, postato sui Social, possono, comunque, aver determinato conseguenze non facilmente immaginabili.
Parliamo, ad esempio del “ciabattare”. Nonostante l’apparente comodità, il suo perpetuarsi per settimane, per mesi ha potuto determinare conseguenze negative sul sistema cardiocircolatorio, impedendo alla pompa plantare - situata sotto la pianta del piede e indispensabile per garantire il ritorno circolatorio verso il cuore - di operare al meglio. Una prolungata sedentarietà, inoltre, ha mortificato la principale funzione del piede che prima di essere un organo di moto è uno di senso, essendo impegnato nella reazione alla stimolazione ambientale. E’ così che si sono potute provocare delle alterazioni delle catene propriocettive e senso-recettive. Alterazioni che si riflettono sulla postura, con conseguente andatura steppante, cioè caduta dell’avampiede per l’inflaccidirsi dei muscoli estensori. O ancora, è così che si sono potute verificare delle alterazioni della coordinazione motoria, per mancata sicurezza nei movimenti con conseguente spostamento del baricentro.
 

Detta così, sembra la scena di un film di zombies...

Per carità! È solo la mia deformazione professionale a farmi notare dettagli irrilevanti per i più. Ma se si ha buona capacità di osservazione (e soprattutto buona memoria), si scoprirà che, ancora oggi, molti hanno una andatura ben diversa da quella di prima del lockdown.
Ci sono, inoltre, altri dettagli che possono rivelare le conseguenze di una prolungata sedentarietà unita ad una attenzione ansiogena dettata dalla TV; ad esempio, la contrazione e l’accorciamento dei trapezi, muscoli che sostengono il tratto cervicale della nostra colonna. Tale accorciamento può rivelare una prevalenza funzionale del sistema nervoso ortosimpatico rispetto al sistema nervoso parasimpatico, una sindrome conosciuta come simpaticotonia. Il sistema nervoso autonomo neurovegetativo resta bloccato prevalentemente sul livello d’allarme. Tutti gli organi interni innervati e il sistema connettivale si comportano come se ci fosse un pericolo, anche se il pericolo non c’è. La pressione del sangue sale, i vasi sanguigni si contraggono per portare sangue al cervello e ai muscoli, la frequenza cardiaca aumenta, la digestione e il movimento intestinale si fermano, per permettere alla persona di agire tempestivamente nel pericolo. In tal modo si entra in una spirale difficile da gestire, diventa un meccanismo che non è più controllabile con la volontà, che non si può modificare probabilmente nemmeno inducendo emozioni positive. Per questo si vedono in giro tante persone che continuano ad indossare la mascherina nonostante questa non sia più obbligatoria all’aperto.
Sono le conseguenze di qualcosa che è diventata una “abitudine”. E possono essere preoccupanti. Ad esempio, una mia amica che è farmacista, faceva notare in un commento al mio blog che si sta vendendo come il pane un farmaco finora poco usato: l’Arlevertan, che si usa per le vertigini e la nausea. Questi disturbi potrebbero dipendere dal particolare sforzo a cui abbiamo sottoposto il diaframma, grazie alla mascherina. Il muscolo del diaframma, come spiego nel blog, partecipa attivamente al processo della respirazione ed è particolarmente connesso ai muscoli del tratto cervicale. Ovviamente, anche questo problema (come tanti altri legati all’uso di questo pur importante dispositivo) appare ancora oggi sottovalutato o perfino ignorato dai tanti sostenitori ad oltranza delle mascherine (anche per i bambini sopra ai due anni). 

 
Quindi le mascherine…

Intendiamoci: in determinate circostanze sono fondamentali e possono per questo essere imposte obbligatoriamente. L’importante è che oggi si cominci da subito una campagna per dissuaderne l’uso quando non è assolutamente necessario e si avvii senza indugi un’altra per “riabilitare” i milioni di ipocondriaci creati dal lockdown, prima che si trasformino in veri e propri malati. Se non si procede in tal senso resta un dubbio, se volete residuale: questo esercito di persone disposte a subire limitazioni alle proprie libertà e perfino angherie per la paura di ammalarsi, può far comodo a qualcuno, può incrociare in qualche modo i suoi interessi?
 
 

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