Servizi Segreti e Quirinale. Il no alla Belloni e il "precedente" Mattarella (poco conosciuto)

Servizi Segreti e Quirinale. Il no alla Belloni e il "precedente" Mattarella (poco conosciuto)

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Sergio Mattarella è stato rieletto alla presidenza della Repubblica. Lo spettacolo triste e decadente di quel poco che resta dei partiti italiani si è finalmente concluso. C’è chi dice, forse a ragione, come l’arrivo di Draghi al Quirinale sia stato ritardato di un anno e mezzo; e chi che Mattarella, al contrario di Napolitano, concluderà effettivamente il secondo settennato.

Conta poco. Che dalla caduta del governo Conte II su iniziativa di Renzi (e Gianni Letta) ci sia un patto di ferro tra l’attuale presidente del Consiglio e il rieletto Presidente della Repubblica è noto. Le sorti del paese per i prossimi sette anni sono già segnati.

A proposito di Renzi. Anche in questa elezione (rielezione) del Presidente della Repubblica si conferma – al pari chiaramente di quel Pd che solo 2 mesi fa presentava a firma Parrini-Zanda una ddl per la non rieleggibilità formale del Capo dello  Stato – il peggio che la politica italiana oggi sa offrire. E la media come potete capire è già molto bassa di partenza.

A proposito della possibile elezione di Elisabetta Belloni al Quirinale Renzi ha infatti dichiarato: “Solo in un Paese anti-democratico il capo dei servizi segreti diventa presidente della Repubblica”.

Prendendo a riferimento il caso di Bush padre (da capo della Cia alla Casa Bianca) potremmo essere anche d’accordo con Renzi, ma la cosa singolare è che fu proprio lui l’artefice della prima elezione al Quirinale di Sergio Mattarella nel 2015.  Tuttavia, in pochi ricordano e fa bene a farlo l’editorialista di Milano Finanza, Guido Salerno Aletta, con un post Facebook, che nel 1998 Mattarella ha ricoperto la delega al Cesis (Comitato esecutivo per i servizi di informazione e sicurezza) durante il Governo D'Alema I. Cesis divenuto dal 2007 - con la riforma dei servizi, la Legge 3 agosto 2007, n. 124 - DIS (Sistema di Informazione per la sicurezza) a cui Draghi ha dato la delega come è noto alla Belloni. 

 

 

L’anno dopo (1999) il riconfermato Presidente della Repubblica sarà Ministro della Difesa nel governo D’Alema II gestendo la partecipazione dell’Italia nella criminale guerra della Nato contro la Serbia. Una delle pagini più triste della storia della politica estera recente dell’Italia.

Ma c’è di più. E’ proprio dalla Riforma proposta da Mattarella nel 1998 in qualità di vicepresidente del Consiglio con delega ai servizi segreti  – rafforzamento del ruolo di controllo politico dei servizi da parte della presidenza del Consiglio, in coordinamento con il Digis (Dipartimento governativo delle informazioni per la sicurezza) sottraendo potere al Viminale e alla Difesa – che si sono poste le basi della successiva riforma del 2007. Possiamo dire che per certi versi la nomina di Draghi alla Belloni sia figlia della riforma che prende spunto proprio da Mattarella.

Possibile che Renzi non lo sapesse? Certamente è un aspetto che si tende a non ricordare del passato politico del riconfermato Presidente della Repubblica e viene omesso anche nel curriculum con cui il sito del Quirinale lo presenta.

Che viviamo in un paese “antidemocratico” per riprendere le parole di Renzi è chiaro e palese a tutti.  E non era certo l’elezione della Belloni al Quirinale che avrebbe cambiato qualcosa…

Aurelio Armellini

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Classe '49. Rivoluzionario per professione

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