L'Ecuador in mano agli strozzini del FMI e in balia del virus
Tutto in Ecuador sembra essere tornato ai vecchi tempi. Quelli nefasti della «larga noche neoliberal» dove il Fondo Monetario Internazionale ordinava e il governo di Quito eseguiva in maniera zelante. Con l’aggravante che adesso a guidare il paese c’è Lenin Moreno, asceso alla presidenza del paese grazie ai voti della Revolucion Ciudadana di Rafael Correa, il presidente che era riuscito a tirare fuori l’Ecuador dal baratro in cui era sprofondato proprio a causa dell’FMI e dei governi neoliberisti.
Il governo di Quito ha adesso ricevuto un prestito di 2.000 milioni di dollari dopo che l'Assemblea Nazionale ha approvato una legge anticorruzione lo scorso 15 dicembre, che contiene riforme al codice penale organico globale, uno dei requisiti presentati dall'ente per effettuare l'esborso.
Questa nuova tranche fa parte di un prestito totale di 6,5 miliardi di dollari che l'agenzia ha promesso di erogare fino a dicembre 2022 e che, secondo il presidente ecuadoriano, Lenín Moreno, servirà per la "protezione sociale e la riattivazione".
Indebitamento con il Fondo Monetario Internazionale
Si tratta del secondo prestito approvato dall'organizzazione internazionale al Paese sudamericano, entrambi sotto la gestione del ministro uscente dell'Economia e delle Finanze Richard Martínez.
Il primo prestito, approvato nel primo trimestre 2019, era di 4,2 miliardi di dollari. In cambio, il paese ha dovuto applicare forti misure di austerità, che hanno portato a pesanti proteste popolari nell'ottobre dello scorso anno.
Proteste seguite da una forte repressione. Si contarono 11 e 1.340 feriti. Tra questi, in 11 persero un occhio a causa dell'impatto di gas lacrimogeni e pietre. Mentre furono 1.192 i detenuti, secondo i dati dell'Ufficio del difensore civico.
Emergenza Covid
Intanto l’Ecuador neoliberista di Lenin Moreno non è capace di fronteggiare la pandemia provocata dal nuovo coronavirus. A differenza di altri paesi come il Venezuela che nonostante si trovino ad affrontare la pandemia sotto un regime sanzionatorio draconiano, riescono a tenere sotto controllo la diffusione del virus.
Il presidente dell'Ecuador, Lenín Moreno, ha quindi deciso di alzare bandiera bianca e dichiare lo stato di emergenza nel paese per affrontare il coronavirus. Anche se viene accampato il pretesto del nuovo ceppo del virus mutato nel Regno Unito.
Purtroppo le scene dei corpi abbandonati nelle strade risale a ben prima della mutazione del virus. La mancanza di risposta da parte delle autorità costrinse le famiglie a portare i loro morti in strada per evitare la contaminazione delle case. Accadeva a Guayaquil, il centro economico dell’Ecuador.
L’ennesima dimostrazione che in regime neoliberista il popolo è abbandonato al proprio destino in balia del virus. L’unico vaccino è evidentemente il socialismo.