La Nigeria accusa l'UNICEF di spionaggio a favore dei terroristi di Boko Haram
L'esercito nigeriano ha accusato il personale dell'Unicef di spionaggio a favore dei terroristi nel nord-est del paese e ha sospeso le attività dell'agenzia.
In una dichiarazione rilasciata lo scorso venerdì, l'esercito nigeriano ha dichiarato che lo staff del Fondo delle Nazioni Unite per i l’Infanzia (Unicef) "forma e schiera spie che sostengono gli insorti e i loro sostenitori" nel Paese africano.
Sono "azioni dannose che potrebbero ulteriormente mettere in pericolo la lotta contro il terrorismo e l'insurrezione", aggiunge la nota.
L'esercito ha anche criticato l'UNICEF per aver ripetutamente denunciato "presunte violazioni dei diritti umani" commesse dalle forze militari nigeriane.
Allo stesso modo, l'istituzione militare segnala la sospensione, fino a nuovo avviso, delle attività dell'Unicef nella Nigeria nordorientale.
L'agenzia di stampa britannica Reuters ha contattato una portavoce dell'UNICEF la quale ha affermato all'agenzia britannica che l’organismo "sta attualmente verificando le informazioni", senza fornire ulteriori dettagli.
Il nord-est della Nigeria, dove ci sono milioni di sfollati, principalmente a causa delle azioni violente del gruppo terroristico Boko Haram, dipende in gran parte dagli aiuti internazionali.
Boko Haram, che ha giurato fedeltà all’Isis (Daesh, in arabo) nel marzo 2015, è operativo dall'inizio della sua insurrezione nel 2009, principalmente nella Nigeria nordorientale, ed è caratterizzato dall'indottrinamento dei giovani a perpetrare attacchi suicidi in chiese, moschee e mercati, tra gli altri luoghi.