Kirghizistan e Tagikistan raggiungono accordo per un cessate il fuoco
Il Kirghizistan e il Tagikistan hanno concordato un "cessate il fuoco” completo dopo che erano arrivate notizie di nuovi scontri e truppe di entrambi i paesi ammassate nella zona di confine contesa.
Gli scontri, soprattutto per il controllo di territorio e fonti d’acqua, lungo il confine contestato sono eventi tutt’altro che rari. Tuttavia, la violenza di questa settimana è stata di gran lunga la più grave durante i 30 anni di indipendenza dei paesi dell’Asia centrale.
Il ministero della Sanità del Kirghizistan ha affermato che il bilancio delle vittime della sparatoria iniziata giovedì tra le truppe dei due paesi hanno provocato non meno di 34 morti e circa un centinaio di feriti.
I due presidenti hanno parlato al telefono nel tentativo di preservare il cessate il fuoco concordato giovedì ma che è stato disatteso diverse volte nelle giornate di venerdì e sabato.
Questi i fatti che hanno preceduto una riunione di delegazioni guidate dai rispettivi capi del comitato per la sicurezza nazionale dei due paesi, dove questi hanno accettato di di creare gruppi di lavoro affinché venga rispettato il cessate il fuoco, ha reso noto il comitato per la sicurezza nazionale del Kirghizistan.
Il ministero degli Esteri del Tagikistan ha successivamente pubblicato una dichiarazione che conferma l'accordo sul ritiro delle forze dal confine e ha osservato che le "nazioni fraterne" avevano "dichiarato la loro disponibilità ... a risolvere tutti i problemi di confine esistenti".
Qualsiasi accordo a lungo termine sul confine - però - potrebbe incontrare resistenza in Kirghizistan, dove una folla inferocita di diverse migliaia di cittadini si è radunata nel centro di Bishkek chiedendo armi al governo per combattere i tagiki al confine.
Una dichiarazione rilasciata dal consiglio di sicurezza nazionale tramite l'ufficio del presidente kirghiso Sadyr Japarov afferma che le richieste dei manifestanti sono impossibili da soddisfare "perché gravide di conseguenze".
La folla si è poi dispersa, come informa un corrispondente dell'Agence France-Presse (AFP).
La Russia continua a mediare
Mosca è pronta a continuare ad aiutare nella risoluzione della situazione al confine tra Kirghizistan e Tagikistan, ha detto sabato il ministero degli Esteri russo a seguito di conversazioni telefoniche tra il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov con il ministro degli Esteri del Kirghizistan Ruslan Kazakbaev e il ministro degli Esteri del Tagikistan e Sirojiddin Mukhriddin. Le parti hanno discusso la situazione derivante dagli scontri armati al confine tra i due Paesi, come informa l’agenzia TASS.
"La Russia è pronta a continuare a fornire tutta l'assistenza necessaria a questo processo in conformità con i principi del partenariato strategico e dell'alleanza con il Kirghizistan e il Tagikistan", ha affermato il ministero.
Lavrov ha anche accolto con favore gli accordi delle parti su un accordo sul confine kirghiso-tagico. "La Russia accoglie gli accordi raggiunti dalle parti - secondo le istruzioni dei leader del Kirghizistan e del Tagikistan - accordi sulla risoluzione del conflitto esclusivamente con mezzi politici e diplomatici", ha affermato il ministro.
La Russia, ha aggiunto Lavrov, spera che "Kirghizistan e Tagikistan seguano rigorosamente i loro impegni nell'interesse di normalizzare completamente la situazione e ripristinare un clima di fiducia e rapporti di buon vicinato tra i due popoli fraterni".