Incontro di Astana sulla Siria. La dichiarazione congiunta di Russia, Turchia e Iran
Russia, Turchia e Iran hanno deciso di proseguire la cooperazione volta a eliminare i terroristi dello Stato Islamico e dei gruppi del Fronte Al-Nusra in Siria.
Nella loro dichiarazione congiunta dopo il 15° incontro internazionale sulla Siria nel formato di Astana, come riportato da TASS, le parti "hanno ribadito la loro determinazione a combattere il terrorismo in tutte le forme e manifestazioni e si oppongono alle agende separatiste volte a minare la sovranità e l'integrità territoriale della Siria, nonché a sicurezza nazionale dei paesi vicini ".
Le parti hanno inoltre deciso di continuare la cooperazione al fine di eliminare definitivamente ISIS ed il Fronte Al-Nusra e tutti gli altri individui, gruppi, imprese ed entità associati ad Al-Qaeda o ISIS, e altri gruppi terroristici, come designato dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, garantendo nel contempo la protezione dei civili e delle infrastrutture civili in conformità con il diritto internazionale umanitario".
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Russia, Turchia e Iran hanno espresso preoccupazione per le crescenti ostilità contro i civili in varie parti della Siria. Le parti "hanno esaminato in dettaglio la situazione nella zona di riduzione dell'escalation di Idlib e hanno sottolineato la necessità di mantenere la calma sul campo attuando pienamente tutti gli accordi su Idlib".
I tre paesi hanno espresso seria preoccupazione per la maggiore presenza e attività terroristica di Hayat Tahrir al · Sham e di altri gruppi terroristici affiliati come "designati dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite che rappresentano una minaccia per i civili all'interno e all'esterno dell'escalation di Idlib la zona."
Idlib è l'unica regione siriana, che è principalmente sotto il controllo di gruppi armati dell'opposizione siriana e del fronte Al-Nusra. Una zona settentrionale di allentamento dell'escalation è stata istituita a Idlib nel 2017 per dare rifugio ai militanti di altre regioni siriane che si erano rifiutati di consegnare le armi.