Fabio Massimo Parenti - L’Unione Europea e l’azzardo Taiwan: un suicidio geopolitico annunciato
Nel suo ultimo video-editoriale per l’AntiDiplomatico, il prof. Fabio Massimo Parenti denuncia una deriva sempre più evidente nella politica estera dell’Unione Europea: la tendenza ad adottare posizioni che danneggiano i propri interessi strategici, economici e industriali, allineandosi agli obiettivi degli Stati Uniti e alimentando tensioni con i principali attori dell’Eurasia.
Il punto di rottura più recente — e più grave — riguarda Taiwan. Venerdì scorso, infatti, il Parlamento Europeo ha ospitato in un evento definito “informale” la vicepresidente dell’isola secessionista, Xiao Bi-khim: un gesto senza precedenti nelle relazioni internazionali e considerato da Pechino una provocazione diretta. Si tratta di un passo che, come sottolinea Parenti, non era mai stato compiuto neppure da Washington in termini formali. A promuovere l’iniziativa è stata l’IPAC, rete transnazionale di lobby parlamentari, che da anni spinge verso uno scontro politico e ideologico con la Cina.
Le reazioni non si sono fatte attendere: la diplomazia cinese ha risposto immediatamente, e il rischio di ripercussioni sul piano commerciale e industriale diventa ora concreto. L’Europa, già in difficoltà, rischia di aggravare la propria fragilità economica proprio mentre le sue due principali manifatture — Italia e Germania — affrontano una fase di declino. Berlino, storicamente l’unico paese europeo in avanzo commerciale con Pechino, registra dal 2022 disavanzi crescenti che hanno superato gli 80 miliardi di euro.
In un contesto in cui la Cina rimane il primo partner commerciale dell’UE, con un interscambio di circa 850 miliardi, una simile provocazione appare come un clamoroso autogol.
A questo quadro già teso si aggiungono le recenti raccomandazioni del Parlamento Europeo, che definiscono la Cina una “minaccia”, alimentando una narrazione unilaterale destinata a soffocare i timidi tentativi di dialogo avviati nell’ultimo anno. Secondo il professor Parenti, questo dimostra un pericoloso spostamento dell’UE: dalla strategia articolata che combinava cooperazione, partnership e rivalità competitiva, Bruxelles si è ormai appiattita sulla logica dello scontro, avvicinandosi sempre più alla postura statunitense del “contenimento” e del divide et impera nel continente eurasiatico.
Per il professore, le conseguenze sono chiare: indebolimento degli interessi europei, ulteriore subordinazione agli USA e progressiva erosione del ruolo geopolitico dell’Unione. Un percorso che, alla luce dei dati e delle scelte compiute, assume i contorni di un vero e proprio suicidio strategico.
Il video editoriale del prof. Parenti approfondisce questi passaggi con rigore e chiarezza, mettendo in luce una domanda cruciale: come può l’Unione Europea difendere i propri cittadini e il proprio futuro se continua a colpire i suoi stessi pilastri economici e diplomatici?

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