Perché il governo russo ha convocato l'ambasciatore dell'Azerbaigian

Il ministero degli Esteri russo ha convocato l’ambasciatore azero, Rakhman Mustafaev, in seguito all’arresto di tre giornalisti russi a Baku. Lunedì, le autorità azere hanno fermato due redattori dell’agenzia di stampa Sputnik e un collaboratore dell’agenzia video Ruptly, in un’operazione legata a presunte attività illecite di cittadini azeri in Russia.

La tensione tra Mosca e Baku è cresciuta dopo un raid della polizia russa a Ekaterinburg, che ha preso di mira la diaspora azera locale. Maria Zakharova, portavoce del ministero degli Esteri russo, ha definito gli arresti dei giornalisti un atto "ostile e illegale", sottolineando che i diplomatici russi non hanno potuto contattare i cittadini detenuti.

Dmitry Kiselev, direttore del gruppo mediatico "Rossiya Segodnya" (che include Sputnik), ha condannato l’operato delle autorità azere, definendo l’arresto "un’ingiustizia". Nonostante un accordo raggiunto ad aprile per regolarizzare le attività di Sputnik Azerbaijan, Baku avrebbe bloccato il processo. Kiselev ha criticato il trattamento riservato ai giornalisti, paragonato a quello riservato a "terroristi", e ha evidenziato la contraddizione con i buoni rapporti tra i presidenti Vladimir Putin e Ilham Aliyev.

Tra gli arrestati figurano Igor Kartavykh (caporedattore) e Evgeny Belousov (redattore) di Sputnik, accusati di essere agenti dell’FSB – un’ipotesi respinta come "assurda" dai media russi. Successivamente, è emerso l’arresto di un terzo giornalista, collaboratore di Ruptly.

La crisi diplomatica segue un’operazione della polizia russa a Ekaterinburg contro un presunto gruppo criminale azero, che ha portato a diversi arresti. Secondo la Commissione investigativa russa, due sospettati sono morti durante il blitz: uno per infarto, l’altro in circostanze ancora da chiarire. Le autorità accusano il gruppo di omicidi risalenti agli anni 2000.

(FONTI: RT, TASS, SPUTNIK)

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