di Clara Statello per l'AntiDiplomatico
I nostri politici, giornalisti ed intellettuali, coinvolti nella difesa del presidente della Repubblica, dovrebbero leggere tra le righe delle ripetute dichiarazioni di Maria Zakharova, che non è una “bionda truccatissima benvestita” e “sedicente portavoce” – come l’ha definita improvvidamente Crosetto - ma è proprio la portavoce del Ministero degli Esteri russo. Tutto ciò che dice riflette fedelmente la postura internazionale di Mosca.
Con l’accusa di “blasfemia” rivolta alla massima autorità italiana, la diplomazia russa non intende scatenare una polemica mediatica per dividere la società o per ragioni propagandistiche, come è stato scritto nei giorni scorsi. Piuttosto sta notificando un incidente diplomatico di massimo livello, in un momento cruciale per il destino del nostro Paese e dell’intera Europa.
Le ripercussioni annunciate da Zakharova potrebbero essere ben più gravi del deprecabile attacco informatico contro banche e aeroporti italiani, rivendicato dal gruppo hacker no name. In ballo ci sono le trattative che definiranno gli equilibri post guerra. L’avviso dovrebbe preoccupare il capo del Governo.
Vilipendio o incidente diplomatico?
Senza troppi giri di parole, l’UE ha perso la guerra ed è stata scaricata malamente dal suo principale partner, gli Stati Uniti. Il capo del Pentagono Hegseth mercoledì a Bruxelles ci ha comunicato che dovremo farci carico della difesa dell’intera regione. Dovremo acquistare armi dagli Stati Uniti per garantire la nostra sicurezza e sostenere l’Ucraina. Il direttore della rivista Limes, Lucio Caracciolo, in un’intervista al Fatto Quotidiano, ha detto senza mezzi termini che la NATO come l’abbiamo conosciuta sinora non esiste più.
Come ultimo smacco, l’UE rischia seriamente di essere esclusa dalle trattative. Se le cose andranno così, la sconfitta sarà epocale e cambierà in peggio le vite di tutti, soprattutto delle classi più vulnerabili. L’Europa sarà relegata all’irrilevanza geopolitica, dovrà subire le decisioni delle grandi potenze, aumenterà la propria subalternità agli Stati Uniti, a cui sarà legata da una sempre maggiore dipendenza strategica ed energetica. C’è una via di salvezza da questo scenario cupo. La chiusura all’UE di Trump e Putin non implica l’esclusione di tutti gli stati membri dai tavoli in cui si ridefiniranno l’ordine, la sicurezza e le influenze globali. Alcuni, come l’Ungheria, potrebbero essere ammessi al processo negoziale.
Forte della sua vicinanza a Trump e del suo rapporto privilegiato con Elon Musk, il presidente del Consiglio Giorgia Meloni avrebbe spazio per negoziare un ruolo nelle trattative, anche come attore minore.
Ma, a quanto pare, questa volta l’Italia non riuscirà a salire al momento giusto sul carro del vincitore. Ce lo sta comunicando chiaramente Maria Zakharova. Mosca è offesa dal parallelismo tra Quarto Reich e Federazione Russa tracciato dal presidente della Repubblica a Marsiglia. Roma, anziché cercare un chiarimento, ha risposto rimandando accusando il mittente di oltraggio.
Il fatto che la reazione russa sia arrivata con dieci giorni di ritardo, proprio il giorno dello schiaffo di Vance alla Conferenza di Monaco, non è un buon segnale. Mosca non si fida dei governanti europei dopo il fallimento di Minsk, che vede come l’ennesimo inganno occidentale. Non solo l’Europa, ma anche l’Italia ha perso la credibilità necessaria per partecipare ai negoziati. Zakharova l’ha scritto nero su bianco in una nota ufficiale pubblicata sui social alla vigilia del vertice in Germania. Ci si chiede quali vantaggi possa avere l’Italia a ridurre al minimo i rapporti con la Russia proprio adesso.
La petizione lanciata da Donbass Italia
Mentre in Italia non accenna a scemare la polemica “a reti unificate”, la petizione lanciata dal reporter Vincenzo Lorusso vola verso le 20.000 firme. Un risultato non da poco, raggiunto attraverso il “passaparola” su Telegram e tra i canali della cosiddetta “dissidenza”, con l’aiuto dal clamore mediatico.
“Il popolo italiano non si riconosce nelle dichiarazioni del presidente della Repubblica Italiana Mattarella e desidera scusarsi con la Federazione Russa e con tutto il popolo russo”, il testo dell’appello. Striminzito per non porgere il fianco a strumentalizzazioni, senza voler ledere l’onorabilità del capo dello stato, dice Lorusso.
Nel momento in cui si scrive sono state raccolte 19577 tra cittadini italiani e russi residenti in Italia. Il 5 febbraio, nel suo discorso durante il conferimento della Laurea honoris causae, individuando quelle che a suo dire furono le cause dell’ascesa del nazismo e della seconda guerra mondiale, il presidente affermava:
“Anziché cooperazione, a prevalere fu il criterio della dominazione. E furono guerre di conquista. Fu questo il progetto del Terzo Reich in Europa. L'odierna aggressione russa all'Ucraina è di questa natura”.
C’è da dire che molte personalità illustri hanno preso le distanze da queste parole, da Marco Travaglio a Giuseppe Conte, da Jorit al professor Angelo D’Orsi che sul proprio canale Telegram ha solidarizzato con Maria Zakharova per il “grottesco articolo che tentava di ridicolizzarla” pubblicato dal Corriere della Sera.
L’iniziativa di Lorusso, curatore del canale Telegram Donbass Italia, non è passata inosservata, né in Italia né in Russia. L’ambasciata russa ha ringraziato tutti gli italiani che hanno espresso solidarietà alla portavoce del ministero degli Esteri della Federazione Russa, dissociandosi dalle parole del capo dello Stato. Anche la diretta interessata ha menzionato la petizione mentre era ospite domenica sera nel salotto di Vladimir Soloviev, al canale Russija 1, il più importante della TV russa.
Dall’altro lato, l’azione ha mandato su tutte le furie l’eurodeputata del PD Pina Picierno, che in una nota di X ha chiesto ai ministeri competenti di prendere provvedimenti contro i promotori, parlando di minacce al Presidente Mattarella e di “rappresaglia contro le nostre istituzioni democratiche”. Sulla stampa è bufera mediatica e i giornalisti avanzano i più improbabili connubi tra i fantomatici “propagandisti di Putin” e addirittura l’ambasciata russa in Italia.
“Sono rimasto veramente sorpreso dalle polemiche scaturite a seguito delle dichiarazioni della portavoce del Ministero degli esteri russo Maria Zakharova, nella trasmissione di domenica sera su Russia1. La petizione da me lanciata, e che ha raggiunto le 19mila firme, è semplicemente una dichiarazione di scuse nei confronti della Federazione Russa e di tutto il popolo russo; ritenendo, con tutto il rispetto dovuto alla più alta carica dello Stato Italiano, completamente errate le sue valutazioni su un parallelismo storico tra la Russia e il Terzo Reich”.
Zakharova nelle sue dichiarazioni ha messo ben in chiaro che Mosca ritiene ostile il governo italiano, ma guarda con stima al nostro popolo, ricordando la lotta antifascista dei partigiani e la memoria della resistenza che ancora teniamo vivi. Non resta che sperare che il sentimento di simpatia fra i nostri popoli possa sopperire all’incapacità dei nostri rappresentanti di uscire da questa impasse e ripristinare il rapporto con la Russia di cui abbiamo bisogno per vincere la pace.
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