di Diego Angelo Bertozzi per l'AntiDiplomatico
Una risoluzione del Parlamento UE che vuole fare degli studenti (e in generale dei cittadini) dei partecipanti attivi alla politica di riarmo e di contrapposizione alla Russia. Un invito a prendere misure che, per quanto ridicole, gettano un'ombra su quel che potrebbe essere anche la scuola del futuro.
Stiamo facendo riferimento alla decisione presa in sede Nato sull'aumento al 5% del PIL nazionale delle spese militari, in vista della ormai prossima invasione dei russi? No, il riferimento è a qualcosa di ben peggiore perché ha come scopo quello di rendere permanente il clima di guerra e di forgiare coscienze (e corpi) pronte al sacrificio richiesto per - ovviamente - fare fronte da qui al 2035 alle orde russe.
Qualcosa di ben peggiore che è stato approvato, sotto forma di risoluzione, dal Parlamento europeo lo scorso 2 aprile ma che non possiamo evitare di collegare alle recenti decisioni e alla perdurante retorica della minaccia di Mosca portata alle nostre libertà. Ebbene in questa lunga risoluzione è interessante soffermarsi sugli articoli 164, 165 e 167 perché sotto l'espressione "preparazione e prontezza civile e militare" si apre la porta (o l'abisso) alla militarizzazione dell'istruzione dei nostri figli.
Quanto si può leggere è inequivocabile tanto che nel primo dei due articoli possiamo leggere che il Parlamento "invita l'UE e i suoi Stati membri a mettere a punto programmi educativi e di sensibilizzazione, in particolare per i giovani, volti a migliorare le conoscenze e a facilitare i dibattiti sulla sicurezza, la difesa, e l'importanza delle forze armate".
Un invito che si inquadra, ovviamente, in una visione militarizzata anche della cosiddetta società civile, a cui si richiede sostegno e prontezza di reazione, riconoscendo "l'importanza cruciale dei cittadini nella preparazione e nella risposta alle crisi, in particolare la resilienza psicologica degli individui e la preparazione delle famiglie" e sostenendo un "approccio alla resilienza che coinvolga l'intera società con l'impegno attivo delle istituzioni UE, degli Stati membri, della società civile e dei singoli cittadini nel rafforzamento del quadro di sicurezza dell'Unione".
Nel 167 viene ribadita l'importanza del "ruolo dei giovani e delle organizzazioni giovanili nel mantenimento e nella promozione della pace e della sicurezza" tanto che si chiede di "mettere a punto programmi di formazione dei formatori e di cooperazione tra le istituzioni di difesa e le università degli Stati membri dell'UE, quali corsi militari, esercitazioni e attività di formazione con giochi di ruolo per studenti civili".
Insomma, basta con i cortili e gli spazi aperti degli atenei come luoghi di bivacco, relax o di ripasso pre-esami! È il momento di salutari esercizi ginnici e tiri al bersaglio con il moschetto, per poi recarsi con passo marziale all'esame o a lezione. Sull'attenti!
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